lunedì 29 ottobre 2018

Lupi e agnelli, o sulla gara a chi è più buono e giusto

Sulla morte di Desiree Mariottini non ho davvero molto da dire. È uno di quei rari casi in cui vittime e carnefici sono separabili come nei film di Sylvester Stallone. Una linea retta: di qua il Bene, di là il Male. Con lei nel ruolo dell'agnello sacrificale finito in pasto ai lupi. Solo pietà e un'infinita tristezza, che sono i sentimenti più diffusi.
Ma in queste ore si sta diffondendo anche un diverso sentimento, e su quello sarebbe forse il caso di accostarsi con maggiore lucidità. Mi riferisco a chi intenda assumere la causa superando gli altri in dedizione. Io sono a favore di Desiree più di quanto lo sia tu, è come se ci dicessero. Io patisco più di te per il suo barbaro martirio.
Sono quindi pronti a stigmatizzare chi non si allinei al virtuoso sentire che li contraddistingue, esibito come una medaglia. Ad esempio Gad Lerner, pubblicamente linciato, nei giorni scorsi, per avere scritto un tweet al riguardo. Parole irrispettose, si dice. Parole sconce! 
A furia di incrociare tanto biasimo sono andato a cercarlo, il famigerato tweet di Gad Lerner. E non viene detto nulla di sconveniente nei confronti di Desiree. Solo che oltre agli aguzzini di colore, esiste, nella sua vicenda, anche uno sfondo di degrado sociale, che l'ha resa una vittima predestinata. Certo, la sintesi imposta da Tweeter ha forse dato l'impressione di una certa freddezza. Ma da qui a farne un agente al soldo della Morte Nera...
L'invito, implicito, era comunque quello a porre attenzione anche al contesto (eventualmente per intervenire con politiche di sostegno) e non solo agli assassini, certamente da punire nel modo più severo. Diversamente il rischio è quello di gettare benzina sul fuoco del razzismo, secondo l'equazione nero uguale stupratore e spacciatore. 
Ma ormai era già scattata la gogna mediatica. Come anche per Mughini, reo di aver detto qualcosa di simile in un dibattito televisivo 
 che era "una drogata", cosa per altro tristemente vera, anche se avrebbe potuto essere meno diretto.
Un clima che fa tornare alla mente i tempi in cui si faceva a gara a chi era più di sinistra. Non sei abbastanza a sinistra, io sono più a sinistra di te! E adesso come allora ricorre l'immagine evangelica della pagliuzza nell'occhio. In questo dilagare di travi che oscurano le pupille, intralciando il pensiero credendo di servire la causa del cuore.

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