martedì 15 febbraio 2011

La volpe e l'uva, o su come l'amore riesca ogni tanto a fottere la geometria


San Valentino. Dopo averci incocciato un paio di volte distrattamente - credo sia passata all'autoradio durante un qualche viaggio, come una pioggia leggera che subito evapora in un agosto infuocato - ricerco su YouTube l'ultima canzone di Gianna Nannini. Malgrado sia più di vent'anni che ci ronzo attorno, io non l'ho ancora mica capito se mi piace Gianna Nannini. E però mi viene da prenderla ogni volta sul serio. Tanto che mi fa perfino un po' incazzare, certe volte.
Succede anche con quest'ultima canzone che ho finalmente trovato in rete e sto ascoltando. Il titolo è Ogni tanto e a sentir bene ti accorgi che non parla d'amore, come in genere le canzoni, ma dell'amore proprio, della polpa cognitiva che viene associata a questo termine, storico involucro nominale di un sentimento tra i più sfuggenti. E' San Valentino, lo dicevo. Ma anche fossimo nel ventre di una torta nuziale a forma di cuore, come potremmo digerire versi come i seguenti:

Ogni tanto mi sospendo foglie al vento vengo da te
Sei celeste melodia, tutto cambierai, per un attimo...


Qualcuno se lo immagina Paolo Conte con la sua vociona rauca a canticchiare di "foglie al vento" o di "celeste melodia", che "tutto cambierai, per un attimo"? Davvero, sono tra i versi più brutti dell'intera storia della canzone italiana. Eppure l'ultima canzone della Nannini l'ho già ascoltata per intero: una, due, anche sei o sette volte... E a ogni ascolto mi accorgo che è meglio dell'ascolto precedente, la pioggia non solo non evapora più, ma si fa lago. Fino a farmi concludere che non è semplicemente bella, ma, in qualche modo, ulteriore alle stesse categorie estetiche. Ossia un capolavoro, e provo a spiegarne il motivo.
Con capolavoro io intendo un gesto, qualsiasi gesto, non necessariamente artistico, in cui la volpe arrivi a cogliere l'uva da una pergola tanto più alta di lei. Un gesto insomma attraverso cui qualcuno riesca ad esorbitare i propri limiti, o quelli del contesto in cui si esprime. E Gianna Nannini è evidentemente più bassa della canzone che ha appena partorito, è il caso di dirlo. Quando utilizza espressioni come "celeste melodia" o "foglie al vento", si manifesta dunque, con estrema onestà, in tutta la sua statura. Che è quella di una persona normale, come me, come quasi tutti. Una buona cantante da Festival dei fiori, tuttalpiù. Ma dopo che ti sembra di averla inquadrata, di averle preso le misure, non sai come - come cavolo fa? - lei riesce ugualmente ad acciuffare l'uva. Quando ad esempio scocca il primo refrain, e al crescendo dei violini accompagna l'intonazione dantesca di un verso potentissimo:

Amor che nulla hai dato al mondo

Perfetto, davvero. L'amore è il più inutile e "ineffettuale" dei sentimenti. Non dà nulla al mondo, solo chiede, pretende: addirittura intima, di gettarsi con l'intero corpo dentro una fiamma che tutto arde e confonde, restituendolo in cenere. "Agnosco veteris vestigia flammae", confida così Didone alla sorella Anna nel quarto libro dell'Eneide. Ed è una confessione che esprime un fondo di malcelata tristezza, intuendo come l'amore - presto - ancora la farà bruciare di passione: un sentimento in cui si è per definizione esposti e passivi, persino doloroso. E attingendo alla stessa malinconica intuizione di Virgilio, la Nannini, subito dopo, aggiunge che "sarà il dolore di un crescendo". Riferendosi ovviamente anche al sofferto incalzare delle doglie di un parto fisico imminente, in un'identità simbolica tra amore e maternità che non possiede davvero niente di velleitario, o di retoricamente forzato. Intuiamo così che è sempre il figlio a non avere dato nulla al mondo, non avendovi ancora fatto comparsa. Fino al dilagare del finale, dove la musica si schiude in una melodia bella e semplice, e questa identità tra l'amore e il proprio oggetto diviene manifesta e gridata. Sì, gridata al mondo, a cui l'amore non ha nulla ha da dare, perché l'amore, scopriamo, è unicamente questo darsi nella carne e nel fuoco all'amore, darsi al mondo:

Amor che bello darti al mondo

Amor che bello darsi al mondo
Quando quest’alba esploderà
Vivrò nel fuoco di una stella
per lasciare con te la terra

Ecco, io nel giorno di San Valentino ho ascoltato una canzone che per me è un capolavoro, questa canzone qui. Un esempio dello sforzo umano verso la bellezza tanto più prezioso: perché sa alzarsi sulle punte dei piedi, spostare tutti i confini, come ancora viene detto nel testo. Dove partendo da versi bruttissimi ci si arrampica nella scalata alla pergola dell'uva più dolce e saporita. L'amore. Un sentimento da cui essere attraversati per attraversare, sporgersi. Saltando infine per darsi al mondo, vivere nel fuoco di una stella, esplodere nell'alba e lasciare in ultimo ed esausti la terra, ma non da soli. Un capolavoro, sì. Ma forse anche no. Già che questo, in effetti, come il figlio della Nannini, io ancora non lo so...

6 commenti:

  1. ..."inutile" e "ineffetuale" (che non so cosa significhi). Mah!
    Eppure anche chi di più abbia dato al mondo se la è dovuta vedere con l'amore o, peggio ancora, con la sua mancacanza.
    Ecco, a me l'amore piace.
    La canzone della Nannini... la prima volta che l'ho sentita mi è piaciuta, poi l'ho trovata stupida, poi mi ha stufata anche la melodia e ora, dopo la tua analisi, l'ho rivalutata.

    RispondiElimina
  2. Lo è, lo E'. E' ciò per cui vale la pena Vivere e Amare. E auguro a te come al bebè della Nannini di poterne avere la insostituibile esperienza!

    RispondiElimina
  3. Se vogliamo considerarlo come sofferenza l'amore sì, ti brucia e ti confonde, ti scioglie e ti lega, ti toglie e ti dona, ma è l'ebbrezza e il lusso del miglior vino al banchetto della vita.

    RispondiElimina
  4. ringrazio, al solito, chi ha lasciato dei commenti a questo post. l'amore è l'amore, che cavolo! e anche in un piccolo minuscolo blog sperso nella rete, evidentemente è un tema su cui si potrebbe infinitamente parlare. senza, ovviamente, pervenire mai a nessuna conclusione. vorrei dunque solo ribadire che chi dice "io" in questi testi corrisponde solo parzialmente all'io biografico di chi scrive, per quanto le coincidenze e sovrapposizioni siano numerose e nient'affatto casuali. insomma, trattasi di "soggetto letterario". ma il guido hauser in carne e ossa accetta di buon grado l'augurio dell'anonimo lettore, o lettrice. di cui pure ringrazia :-)

    RispondiElimina
  5. L'amore è una tela fornita dalla Natura e abbellita dall'immaginazione. (Voltaire)

    RispondiElimina
  6. "l'amore è una vaiassa a colpo grosso \ te la muove e te la squassa..." (vinicio capossela)

    RispondiElimina