domenica 20 novembre 2016

Uomini e donne, pensierino ombelicale

E’ curioso: ci sono miei interventi che piacciono alle donne, altri agli uomini. Ad ALCUNI uomini e ad ALCUNE donne, intendo. Ma è raro che io scriva delle cose gradite a entrambi i generi. Me ne accorgo dalla manciata di like che ritrovo su Facebook, come un pescatore che issa a bordo le reti al primo sole. Per l’ultimo post pubblicato sul mio blog – parlavo della nostalgia ma prendendola un po’ alla larga, diciamo che sono stato nel migliore dei casi lambiccato – c’erano quasi solo like maschili, era evidentemente roba da maschi. Al contrario, scrivendo nei giorni scorsi dei pettegolezzi provinciali sul mio conto ho svolto il discorso in forma piana (e sospetto anche un poco ingenua), ed è stato un fiorire di consensi femminili. Morale delle favola: quando sono pensoso le donne non mi seguono, si annoiano, probabilmente lasciano perdere già dal titolo. Ma quando invece mi consegno a una scrittura vagamente lirica o manichea, è un mio vizio, lo ammetto, un minimo orto ben zappato in cui ci stanno i buoni e i cattivi, le vittime e i carnefici, dove insomma semplifico un po’ a vantaggio delle emozioni, sono i maschi a defilarsi. Possiamo anche chiamarla empatia, se vogliamo essere più neutri. E’ in ogni caso sconsolante indulgere ai luoghi comuni, ma nel mio caso tocca confermarne uno particolarmente odioso: gli uomini vanno dove li porta la testa, le donne il cuore e gli scrittori seguono semplicemente le parole, che per definizione non portano da nessuna parte…

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