mercoledì 1 agosto 2012
Con parole tue, o sui generi letterari (dedicato a Paolo Nori)
Io è un po’ di tempo che mi viene un dubbio, ma cosa starò scrivendo, il mio dubbio: dei racconti? degli articoli? delle poesie? un diario pubblico? dei pamphlet o dei piccoli saggi un po’ naif?, ci sono dentro un po’ tutte queste cose nei miei interventi sul blog, ma mescolate assieme, uno non capisce. Così se quello che non capisce magari un giorno mi guarda, mi guarda in quel modo lì – è capitato ancora ieri su Facebook – e poi mi chiede Qual è il tuo genere?, ecco giuro che io non lo so qual è il mio genere, e gli ho risposto E il tuo?, guardandolo anch’io in quel modo lì (forse perché quando si scrive si guarda, anche se non si vede). Poi, oggi, invece, guardavo la mamma di Tommy, ma in un altro modo, e gli diceva a Tommy Prova a dirlo con parole tue (mi sembrava bella quando lo diceva), non usare le parole della maestra le parole che trovi nel sussidiario, e lui chinava la testa rotonda sul foglio e riprendeva a muovere la penna, non lo so mica se poi scriveva per davvero. E in quel momento mi è venuta la risposta da dare a quello, la prossima volta che lo vedo, anche se non lo guardo. Io scrivo dei temi.
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