lunedì 6 giugno 2011

Feedback, o sul pensiero al tempo dell’istantaneità del giudizio


Mi piace ritrovare commenti a ciò che pubblico nel blog. Oltre alla rassicurante sensazione che non me la sto suonando e cantando da solo - la mia immagine che finalmente comincia a scontornarsi nella foto di classe, tra uno che fa le corna e una ragazzina con i fiocchetti azzurri annodati alle trecce lunghe e sottili -, oltre a quello è come un'onda che ti bagna i piedi all'improvviso, mentre cammini distrattamente sul bagnasciuga. O come quando, ecco, ritorni al banco dopo aver avuto indietro il tema corretto dal professore. Massì, quei temi scritti di malavoglia e senza uno straccio di idea, inizialmente, ma poi con foga e quasi un mistico trasporto, in mattinate tiepide in cui i più fortunati facevano educazione fisica nel cortile. Le maglie ammonticchiate ad astrarre la sagoma dei pali della porta, in partitella in cui gli esonerati e i pigri e chi ha dimenticato le Superga a casa - o le Adidas, o le Puma - fumano all’orlo del campetto, fumano sotto le fronde rade di betulla, fumano quasi sdegnati dal sudore minerale dei compagni che si oppone all'ovattata new wave dei loro discorsi, oligarchica generazione dell'accidia . E alla fine, qualcosa, qualche pensierino, pure l'hai cavato fuori per davvero. Tu chiuso nell'infinito ventre afoso di balena. Al punto che ora ti sembra di avere capito tutto, di avere le idee chiare sul mondo, la vita, tutto quanto. E sta ogni cosa impressa nel tuo tema, nel tuo capolavoro! Ma quando ti risiedi e finalmente lo apri aspettandoti un applauso, lo trovi invece imbrattato da una calligrafia affilata e distratta, che dal minimo vulcano di una penna Bic ha colato una lava rossa e vischiosa. Un fiume del tutto indifferente all'oggetto su cui si posa - i poveri fogli di computisteria a rigone larghe, come ostacoli da saltare: ogni riga e ti avvicini di un piccolo passo al traguardo... - e che dilaga in pensieri tortuosi, giudizi sommari, acuti suggerimenti, enigmi cerebrali, esibizionismi intellettuali, citazioni dotte o basse o sarcastiche e che dilaga, sì, ma anche urtica, scortica e infine sbaraglia ogni provvisoria convinzione, a intralciare timidamente il suo cammino. Così non solo ti accorgi della flottiglia di mosche che sta ora decollando dal tuo pugno, ma anche della viva presenza della mano che è rimasta aperta, vuota e scandalosamente nuda, nel gesto di chi domanda l'elemosina ai passanti. E anche di quella tua strana zampetta spalancata, bianchiccia, ti par di capire meno di un cazzo…

3 commenti:

  1. Quella mano aperta, vuota, bianca, si riempirà presto con un pezzo di carne, mentre sbirci le gambe alla prof supplente tanto arrapante (e pure arrogante).
    Vergogna!
    Dom Milazzo (Lo so...fa rima, ma non posso farci un.....)

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  2. ..mi viene in mente quando renzo arbore, al termine dell'ennesimo e stralunato sketch di giorgio bracardi a quelli della notte, si rivolgeva a lui chiedendogli con un sorrisetto beffardo: "mi scusi, mi tolga una curiosità: ma lei quanti anni ha? (e dunque dom milazzo, o forse santerre, o forse h2o, ma lei quanti accidenti di anni ha? ;-)

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  3. Noi preti all'antica portiamo ancora la tonaca come le vecchie signore.Quindi non è fine chiedere l'età alle vecchie signore. E ché....
    Dom Milazzo

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