lunedì 5 agosto 2019

L'odore della carta, il fruscio delle pagine... o sul mito della lettura


Quando dico a qualcuno che da alcuni anni leggo in ebook, è frequente la replica: "E l'odore dei libri, il frusciare delle pagine...?"
In genere, sono le stesse persone che mi confidano che, se solo ne avessero il tempo, leggerebbero da mattina a sera, per loro la lettura è la cosa più importante. Ma il se ipotetico con cui hanno introdotto la frase ci comunica, appunto, e bada bene con grandissimo rammarico, che quel tempo non ce l'hanno.
Peccato, perché se solo fossero arrivati al termine di un solo libro – a chi vogliono darla a bere... – si sarebbero accorti che la lettura è un'esperienza per così dire sussultoria, e non può essere generalizzata. Ci sono infatti libri che ti cambiano per sempre e altri colmi di sciocchezze, libri che se letti in una stagione della vita, e penso ad esempio a Siddhartha, sono un fiume in piena, ma se riletti in seguito si trasformano in un ruscelletto magro magro.
È insomma come se il mito della lettura, alla maniera di ogni altro mito, avesse quale premessa la mancanza di conoscenza del suo oggetto, che in questo caso viene sublimata con un logoro stereotipo. Per comprenderlo basta leggere in modo concentrato per due o tre ore di fila, e poi tornare a una semplice e comune attività: fare un grattino dietro le orecchie al gatto, dare da bere ai gerani sul balcone, mangiare una Fiesta al caffè, è un nuovo gusto che consiglio vivamente di provare.
Tutte cose non meno importanti e gratificanti della lettura. Se siete fortunati e l'avete a tiro, anche scoccare un piccolo bacio sulle labbra di una persona che ricambia il vostro bene. Con buona pace del fruscio delle pagine, l'odore della carta e altre cazzate del genere.


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