martedì 4 agosto 2009

Sintesi pop


Ripensando alla condizione moderna della crisi, anticipata nei languori tardo ottocenteschi e dal romanzo russo - Dostoevskij, Goncaravov, Bulgakov ... - passando per le avanguardie storiche - futurismo, dadaismo, surrealismo ... - , ben dentro la grande letteratura mitteleuropea - Musil, Kafka, Roth ... - la filosofia e la poesia tedesche - Heidegger, Celan, Boll ... - il teatro più o meno dell'assurdo - Beckett, Ionesco, Pirandello ... - la psicanalisi e la frammentazione musicale e pittorica - dodecafonia, cubismo, espressionismo ... - culminando nella condizione postmoderna della dissidenza privata (la "fossa"), piuttosto che nella rivolta prepolitica e ulcerosa del movimento punk, mi accorgo che la sintesi più lucidamente e drammaticamente pop, si può trovare nelle seguenti parole:

"Bravi ragazzi
siamo amici miei
tutti poeti noi del '56
a spasso in un mondo
che si dà via
la vita è solo acrobazia
Camminiamo
sul filo nel cielo
a più di cento metri
dall'asfalto
siamo un punto là in alto
bandiere nel vento di città
Restare in piedi
è quasi una magia
tra tanti imbrogli
tanta ipocrisia
andiamo avanti
senza mai guardar giù
tornare indietro
non si può più
Camminiamo allo sbando
in un mondo
che sta quasi
per toccare il fondo
sospesi nel tempo
in crisi da un' eternità
Io vivo come posso
amica mia
non so chi sono
ne' di me che sarà
il mio futuro
è qualche metro più in là
seguo soltanto la mia via
Camminiamo
sul filo nel cielo
si può cadere
da un momento all'altro
sospesi nel tempo
spostati nel vento di città
Noi siamo altrove
lontani chissà dove
venuti da un lungo inverno
direttamente all'inferno
tutti noi bravi ragazzi
tutti noi che stiamo a pezzi
su queste strade tanta gente
strade che non portano a niente
mezzi brilli mezzi tristi
tutti noi poveri cristi
in questi anni senza cuore
in questa vita sempre uguale
tutti noi bravi ragazzi
tutti noi che stiamo a pezzi..."

Miguel Bosè, testo della canzone Bravi Ragazzi, 1982

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