venerdì 13 dicembre 2024

Caffo

Da quando è scoppiato l'affaire Caffo, il filosofo anarchico e antispecista che picchiava la fidanzata, non faccio che pensare a un mio compagno delle medie. Era affetto da sigmatismo, nel suo caso aveva problemi con la zeta. Si sforzava anche, partiva bene con le altre lettere, ma arrivato alla zeta capitolava sempre, non c'era verso di pronunciarla correttamente. Da carognette quali eravamo cercavamo di fargli dire parole che la includessero: "Scusa Gerardo", si chiamava così ma stranamente nessuno lo chiamava Gerry, "tu che sai tutto, puoi dirmi qual è il capoluogo della Calabria? Non vorrei che la prof di Geografia mi prendesse in castagna." Oppure, se si parlava di televisione, dirottavamo il discorso su un telefilm che vede quale protagonista un eroe mascherato. Si veste tutto di nero  mantellina compresa  e ha un servo muto di nome Bernardo, lo aiuta a difendere i peones nella California spagnola del XIX secolo. "Come si chiama già, ce l'ho sulla punta della lingua... Aiutami Gerardo!" Ma a un certo punto si accorse che ci stavamo burlando di lui, e ogni volta che gli rivolgevamo la parola, magari in quel caso non si trattava nemmeno di uno scherzo, comunque rispondeva piccato: "Caffo vuoi?"

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