domenica 5 giugno 2022

Dottore... No, Professore.


"Dottor Cassese..." "No, Professore." Così Sabino Cassese corregge Lucia Annunziata, che nel corso di un'intervista si rivolgeva a lui con il solo titolo di studio, evidentemente insufficiente. E difatti, dopo essersi scusata, l'Annuziata aggiunge con velata ironia: "Dottori ce n'è tanti, professori pochi."

Uno scambio di battute che mi sembra il perfetto correlativo dello stato dell'arte politica: un tempo la Sinistra (a cui Cassese è associabile solo per via indiretta) era il luogo geometrico in cui in tanti si riconoscevano; dottori ma anche infermieri, maestri elementari, piastrellisti, parrucchieri, geometri ed operai. Mentre oggi è divenuta il luogo dei pochi, in genere con ottimi studi, a marcare un confine tra loro e il mondo, da istruire senza mescolarsi ad esso.

Ha fatto dunque bene Sabino Cassese a rimarcarlo: Professore, non Dottore, secondo una distinzione che riprende e attualizza quella tra uomini e caporali, così come formulata da Totò.

Ma bene fanno anche tutti quelli come me, che, pur sentendosi di Sinistra, hanno smesso da anni di votare per i partiti della Sinistra parlamentare, di leggere quei giornali ipotecati dalle reprimende dei professori. E non perché sia andata perduta la voglia di istruirsi, e piuttosto quella di alzarsi sull'attenti all'ingresso dell'insegnante, di mangiare senza poggiare i gomiti sul tavolo

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