mercoledì 12 luglio 2017

Vaccini 1



Ancora i vaccini all'ordine del giorno. Il dibattito infiamma le coscienze, specie quelle di chi è contrario al decreto che ne estende l'obbligo per l'ammissione nelle scuole pubbliche – un vincolo condizionale dunque, non assoluto, tocca sottolinearlo con un pizzico di pedanteria (esistono altre scuole, altri omeopatici mondi...).
È in ogni caso una questione delicatissima, che chiama in gioco, più o meno esplicitamente, il tema maggiore della libertà di scelta.
In questo caso il problema mi sembra però mal posto, e la stessa libertà io non vedo pregiudicata in quello che mi appare un grosso equivoco, un bisticcio concettuale tra temi contigui ma separati.
Per chiarirsi sarà utile richiamare una delle più celebri definizioni di libertà, attribuita a Martin Luther King: "la mia libertà finisce dove inizia la libertà degli altri."
Oltre ai possibili per quanto minimi (statisticamente) danni collaterali dei vaccini, a me sembra così che la vera domanda diventi: il fatto che tuo figlio non sia vaccinato aumenta il rischio che si ammali anche il mio?
Una domanda a cui gli esperti pare abbiano già risposto con unanime assenso, spostando l'ago della bilancia dalla libertà personale al rispetto della libertà collettiva, che se guardata come somma algebrica (un individuo più un individuo più un altro ancora… ) ci porta a riconoscergli un valore ben superiore alla libertà del singolo; nella fattispecie: libertà di non essere contagiati.
Una questione a cui Martin Luther King, oltre cinquant'anni fa, aveva già dato soluzione: no, quella non è libertà, ma arbitrio.

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