mercoledì 12 luglio 2017

Che cos’è la letteratura? Te lo spiega Simona, al bar Piero



Tu sei uno che scrive libri? mi chiede a bruciapelo un Tizio che incrocio ogni tanto al bar Piero, ci conosciamo solamente di vista. Ma prima di lasciarmi il tempo di rispondere, aggiunge: Spiegami, allora, cos'è la letteratura.
Preso in contropiede faccio una lunga sorsata di Akram, un vino bianco siciliano che tengono solamente al bar Piero. Mi viene quindi in mente (ma dai, proviamo, se ha le gambe va...) di mostrare al mio interlocutore un annuncio che ho appena letto su Meetic, un sito molto popolare per incontri sentimentali tra sconosciuti, di cui esiste l'applicazione anche per smartphone:

Ciao cerco amici, ma solo e ripeto solo se veramente carini!!!

Firmato Simona, trentotto anni, Milano. Un metro e sessantadue di altezza e occhi azzurri. C’è pure la fotografia: una ricciolona un po' anonima ma belloccia, con un nasino davvero pregevole (non a caso il suo volto viene inquadrato di lato).
E' anche laureata, chi l’avrebbe detto… Il profilo web di Simona si completa con le seguenti informazioni.

Segno zodiacale: bilancia.
Gusti musicali: disco.
Attività sportive: jogging.
Interessi: viaggi.
Film preferiti: sentimentali.

Specifica anche il range di età dei ragazzi – ma solo e ripeto solo se veramente carini – da cui desidera essere contattata, che parte da venticinque fino a trentanove anni, chissà perché proprio trentanove e non quaranta... Naturalmente sportivi, conclude Simona perentoria.
Sì, ma cosa c’entra con la letteratura? mi interrompe il Tizio, nemmeno so ancora come si chiama, mentre Mirco, il barista, passa lo strofinaccio su una chiazza luccicante di Campari, rovesciato da chissà chi. 
Semplice. Questa, che leggi sul mio telefonino, non è letteratura, ma narrativa di consumo. Lo comprendi dal fatto che coincide con lo spirito dei tempi come il glicine con le assi incrociate del gazebo, a spargere nell’aria note leggere e quasi candite, aromi di infanzia. Non c’è attrito, nessuna resistenza al diffondersi degli aromi. E' l'odore del presente.
Tra dieci anni, però, quando Simona ne avrà quarantotto, potremo sfogliare il prologo del suo romanzo, che si farà letteratura quando avrà superato i cinquanta. Non prima, attenzione!
Mmh, perché dopo i cinquant'anni... borbotta il Tizio poco convinto.
Perché sarà solo dopo quell’età che Simona inizierà a cercare ragazzi sempre più giovani e carini, a ricercarli forsennatamente.
I viaggi le interesseranno ancora, non si cambia in una manciata di primavere, ma con mete ogni volta più esotiche e lontane. E così i film sentimentali e un po' lacrimosi, la musica disco, I will survivor di Gloria Gaynor ascoltata a palla sulla Mini Cooper gialla, diretta verso una discoteca fuori porta per la serata over quaranta, che tanto ci trovi persone di tutte le età (e molti ragazzi carini, pensa Simona).
Magari andrà un poco meno spesso a fare jogging, questo sì, a cui sostituirà lo stepper in palestra per tonificare cosce, polpacci, le natiche appena un po’ più lasche in quello che sarà comunque un bel culetto. Bellino, via. E però che nasino ancora! 
Ma la letteratura, la letteratura?! mi incalza l’amico, ormai ci si chiama già così dopo pochi minuti di conversazione, pescando qualche Fonzies di tanto in tanto, che però poi rimettiamo nella vaschetta senza darlo a vedere a Mirco. Guarda che non mi hai mica ancora risposto...
La letteratura è esattamente questo: il divaricarsi tra la vita e il suo oggetto desiderato, come i punti della sutura che si sciolgono mostrando la carne viva della ferita. La catastrofe inizia allora a intravedersi tra le quinte dei giorni, il glicine dirada e vicino, sempre più vicino è il gorgoglìo dell'abisso, ormai il tono della mia voce è preciso a quello di Vittorio Gassman, mi sono fatto un po' prendere la mano.
Intanto, quale correlativo, avvicino con gesto enfatico il bicchiere al suo orecchio, facendo poi girare il vino paglierino all'interno. Una scena che ricorda due bambini che si scambiano la conchiglia da cui udire il brontolio del mare, nel tentativo di cogliere, ora, il suono della letteratura.
Dopo quella lunga pausa gestuale continuo. Simona ha raggiunto i sessant'anni: la vedi, riesci a vederla?
Il naso si è rotto scivolando sul tapis roulant. Per non farlo notare, quando è in compagnia, dorme con la faccia immersa nel cuscino. Ogni tanto si sveglia all'improvviso perché le manca il respiro, le sembra di morire. Inala allora una lunga boccata di ossigeno e poi riprende a dormire nella stessa posizione. Ne ricaviamo che ora è in compagnia di qualcuno.
Sudamericano, trentun'anni a maggio, segno del toro. Si sono conosciuti all'American Contourella di viale Sanzio, dopo il fallimento ha cambiato nome, ma rimane uno dei centri wellness più in di Milano.
Non si è ancora capito che lavoro faccia Simona, né dove trovi i soldi che per lei sono qualcosa come di anteriore, scontato. Ma lui i soldi li ricava certamente da, in ordine inverso: 1) Bmw Z4 2.5 cabrio; 2) tatuaggi tribali su tutto il corpo; 3) muscoli gonfi e scattanti; 4) un pene enorme.
Sì, è inequivocabilmente un gigolò. 
Pedro, il gigolò, afferra la busta che lei ha lasciato sul bordo comodino, e si avvia verso la porta del motel.
La guarda, la porta, non Simona che adesso russa tranquilla, ha la stessa espressione che aveva da bambina quando il nonno la svegliava con un dolcetto, ma possiamo solo immaginarla perché il volto è ancora immerso nel cuscino. 
Quindi la apre, sempre attento a non far rumore, e richiude alle sue spalle. In fondo è solo una porta, una delle tante che Pedro attraversa ogni giorno. Questa volta mentre contava le banconote da cinquanta nella busta - una, due, tre… sei: perfetto, trecento euro, come d'accordo - e così ha dimenticato di sussurrare all'indirizzo della donna il solito hasta la vista querida.
Ecco, questa invece è letteratura.
Ah, tutta qui, pensavo di più. Cambia mica tanto con la vita...
Sì, rispondo io, ma rispetto alla vita c'è la forma, l'intonazione, a far decollare la minima storia di Simona, una storia come migliaia di altre simili, tra il marmo puntinato del bancone, i calici vuoti e i Fonzies che proprio non vogliono farsi assaggiare da nessuno.
Senza la voce, che abbiamo provato a restituirle, resterebbe allora quel che è: una figlia spensierata di tempi ancor più spensierati e leggeri, prima di essere inghiottita dal suo stesso immenso sbadiglio. 
Ce ne beviamo altri due, cosa dici?

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