Dopo pochi giorni dall’inizio delle riprese di
Giungla d’asfalto, John Huston dichiarò: “Ma perché mi sono cacciato in questo inferno?!”
Si riferiva al comportamento sul set di Marilyn Monroe, vera prima donna intrattabile
e capricciosa. Un’espressione, magari un poco attenuata, che sfugge spesso
anche a noi, specie quando facciamo reale esperienza di persone o situazioni su
cui in precedenza avevamo proiettato le nostre fantasie.
Da questo punto di vista – anche solo da questo – bisogna
allora riconoscere ai social network un ruolo di fondamentale importanza. Tra i
miei contatti su Facebook ho ad esempio alcuni scrittori, poeti, attori o in
ogni caso personaggi pubblici, a cui ho richiesto “l’amicizia” per l’umana
curiosità di spiare dentro i tinelli. Ed è incredibile quanto riesca a
essere priva di alcun fascino una donna bellissima e famosa, non sempre, ma spesso. Basta solo
auscultarne il borbottio: l’esibizione degli scarponcini con cui ha
appena terminato una passeggiata in montagna, gli slogan perbenisti in favore
di questo o contro quello, la confusione tra arguzie e ovvietà, il link che
rimanda a un vecchio successo musicale "che non potete perdervi", dovete vedere per forza o comunque: l’incessante
volontà di far presa sul pubblico anche quando si svestono i panni della scena, in un infinito gioco a
rubarsi la sedia dell’attenzione che è appunto la condizione comune ai social
network. A volte, basta alzare un pollicione.
Se ne può però uscire rigenerati, come John Huston che alla
sua domanda retorica, come Marzullo seppe anche darsi una riposta: “Mi sono
cacciato in questo inferno perché quando si accende la lucina rossa della
macchina da presa… Marilyn diventa meravigliosa!” E così pure le nostre donne
con la sciatica, la ricrescita bianca dei capelli, un leggero ritardo al ciclo
diventano meravigliose, ma davvero meravigliose quando le confrontiamo alla
prolissa bellezza dei vip su Facebook.
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