lunedì 16 luglio 2012
Polaroid
Dai, soffia: soffia! Aspettandolo il parto
nostro di noi in Polaroid, il sipario,
il velo nero e poi la luce che scuce
appena all’orlo una bocca che sorride,
pare, ma poi inghiotte - ché era pasto
piuttosto… O come quando la gatta
cacciò un pettirosso sulla terrazza
e lo mostrava orgogliosa frullare
pazzo tra i denti; e così in noi un lusso,
giriamo la foto con un piacere
non astratto e del sangue, contempliamo
già divorati il boccone. Hai presente
gli uomini che ribussano alla porta
per il conforto di un ultimo bacio
ma sussurrano d’un fiato: l’ombrello...
(Poesia scritta circa dieci anni fa, o poco più.)
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