mercoledì 27 luglio 2011

E facciamo 'sta benedetta luce!


Fiat lux, sembra abbia detto Dio Onnipotente all’inizio, che è un bell’esempio di essenzialità, e io dico di incorporeità, perché se fosse stato grasso, ad esempio un dio grasso (come ce ne sono in Africa e Asia) e quindi indolente, e quindi ossessionato dagli angeli (più magri e più arzilli) che trovavano troppo buio e catacombale l’universo e senza possibilità di scorgersi reciprocamente, e fossero stati miliardi di miliardi di anni che gli angeli si lamentavano , non c’è niente, non c’è nessuno, non si sa che ora è, non ci si vede, non passa il tempo… miliardi di miliardi di anni, dandogli noia al suo quieto vivere di dio grasso coi trigliceridi alti, cosa avrebbe detto a un certo punto? “E facciamo ‘sta luce!” avrebbe detto, che non è uguale a fiat lux, cioè avrebbe parlato come uno pesante che non ne può più dei fastidi, cioè il corpo avrebbe interferito con il pensiero e il fiat lux si sarebbe, diciamo così, deformato, cioè non sarebbe stato un pensiero unico e puro, uno scheletro grammaticale fulmineo (che nell’originale doveva essere un impulso di telepatia) ma sarebbe uscita la frase lenta che ho detto (“e facciamo ‘sta benedetta luce”).

Ermanno Cavazzoni, da Il limbo delle fantasticazioni, Quodilibet 2009

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