mercoledì 24 febbraio 2010

Il bambino che viveva nello specchio


Mi accorgo solo ora che è uscito di recente un nuovo libro di Rocco Brinsi, per l'editore Diabasis. Non so di cosa parli, se sia un testo poetico, brevi prose, racconti. O forse un diario. Probabilmente tutto questo, mescolato assieme.
Mentre scrivo queste note ho comunque ordinato il libro in questione, che si intitola Il bambino che viveva nello specchio.
Rocco Brindisi è un autore a cui accostarsi piano, in punta di piedi. Nelle sue riflessioni sulla scrittura, Edgar Allan Poe spiegava come poesia e racconto fossero dei dispositivi quasi meccanici, che per accumulo direzionale portano al compimento. Rocco Brindisi è l'esatto contrario di tutto ciò.
Se la sua prosa fosse una macchina sarebbe un attrezzo completamente inutile, un accrocchio patafisico. Ma forse proprio perché inutilizzabile, sghemba, incompiuta, la scrittura rimanda a qualcosa di ulteriore. Una sorta di ineffettualità del sentire che paralizza, sgomenta. Prima di schiudere all'incanto.
Le donne nei racconti di questo magnifico autore lucano ogni tanto si accovacciano, ovunque, specie al margine di una strada di campagna. Quindi alzano i lembi della gonna, lunga, nera, con le mani a pugno come a sollevare un covone di fieno. Infine pisciano.
Semplicemente questo: pisciare, sgorgare un fiotto tiepido e dorato. E stare lì, esserci e sentire l'allagare candido e ineffabile di quel momento, fin sotto alla suola delle scarpe.
Oppure scoreggiano, sempre donne, altre donne, o ancora le stesse. Oppure fanno sssh oppure canticchiano oppure ridono, ma non tutti i denti stanno al posto loro. C'è sempre qualcosa che manca, una ferita. Che viene come ricomposta nella contemplazione, magari quella di un vecchio film, che unisce la famiglia intera, il mondo, le cose.
Rocco Brindisi è tutto ciò: un niente che satura gli spazi, i tempi.
Rimane quella sensazione intangibile di leggerezza, rarefazione; che per paradosso è stata raggiunta tramite un'enunciazione sommamente materiale, perfino organica. Mistero, appunto.
Così per una volta voglio fare anche io quello che fanno dentro i giornali e alla tivù, consigliare un libro che non ho ancora letto. Perché con la sapienza tiepida di una pisciatina, la so anche io, credetemi, una cosa che non so. Che Il bambino che viveva nello specchio sarà bello e lieve come il suo magnifico autore.

(ps - qui potete trovare un racconto di Rocco Brindisi)

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