domenica 24 marzo 2019

La risacca dell'onda, o su come cambiano, nel tempo, uomini e donne

Uomini e donne. Se questo è il mare e limitandosi alla schiuma dell'onda, la premessa è doverosa, alla schiuma e alla leggera risacca che ogni vita compie allo scavallare della sua pienezza, sarebbe interessante surfare sulla superficie biografica senza alcuna rivendicazione o giudizio. Proviamoci, allora. 
Ad esempio registrando l'evoluzione pubblica della personalità, il modo, nel tempo, in cui generi diversi cambiano atteggiamento, perfino come si guida l'auto nel traffico dell'ora di punta (corna dal finestrino, strombazzate), e dall'insieme di questi tasselli ricomporre un puzzle che vede gli uomini partire malissimo, ma un poco recuperare nella fase declinante della vita; dai cinquant'anni in poi, via.
Per le donne, ma lo dico sottovoce e con mille cautele, ho il sospetto che avvenga invece una torsione di segno opposto: da agnello a lupo, e con tutti i limiti e l'ironia delle generalizzazioni sommarie, in effetti molto sommarie. 
Eppure è esperienza comune quella del ventenne che impenna e poi ti taglia la strada con lo scooter – io almeno l'ho fatto, a suo tempo – o che assume pose un po' smargiasse; una volta erano le Marlboro avvoltolate nella spallina della t-shirt, ora il rapper che si sfiora insistentemente il pacco. Ma se ti soffiano il posto in coda all'Esselunga, difficile sia una ragazzina e con maggior probabilità una donna matura, a volte anche un uomo, certo, ma più spesso una donna che con occhi affilati risponde al tuo sguardo di rimprovero: "Embè?"
Riflettendoci, mi è venuto il dubbio che a metterci lo zampino sia la biologia...
Non che sia un esperto della materia, ma, nella competizione riproduttiva, l'aggressività è funzionale al genere maschile, serve a sconfiggere gli avversari e guadagnare lo scettro di maschio alpha. Ci pensa allora il sistema endocrino, spillando testosterone a getto continuo. A giochi fatti, può però stemperarsi in placido rincoglionimento, con cui guardare agli operai intenti a sistemare un tombino che gorgoglia, gli occhi umidi e spalancati del bimbo di fronte alle evoluzioni dei trapezisti. 
Resta da capire in che modo vecchi signori con la panciera del Dr. Gibaud,
 sempre più docili e miti a ogni foglio di calendario che casca, trasferiscano i canini aguzzi alle coetanee, come la dentiera da Dracula che ci si passava a carnevale di bocca in bocca, e utilizzata al rientro da scuola per spaventare la mamma. Buu!
Lei naturalmente non diceva nulla, fingeva persino trasalimento, in quegli infiniti pomeriggi era come le mamme della pubblicità, e ti perdonava con un sorriso. O forse eri tu a non vedere che già soffiava il posto alle altre mamme in coda...

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