
Ma per addentrarsi nella macchina femminile – un motore in sé perfetto, che meccanici barbuti hanno
cercato troppe volte di aggiustare – bisogna risalire il lungo fiume delle parole, come
fanno i salmoni in Alaska. E dunque: curiosità, dal latino cura, a sua volta dalla radice ku-/kav,
in probabile relazione con il sanscrito kavi,
il cui significato è saggezza. Interessante, no?
I baci delle donne rappresenterebbero insomma una
particolare forma di saggezza, che si traduce in uno stratagemma, decisamente
empirico ma nondimeno efficace, per far esperienza dell'altro.
E sono appunto quei timidi bacetti alle prime uscite;
in realtà dei sofisticatissimi collaudi degustativi, come i bambini piccoli
quando assaggiano i giocattoli. Se Capitan America ha un buon sapore ci sta che
poi ci gioco, altrimenti mi succhio un Lego. I più maliziosi aggiungerebbero
che il bacio serve a testare la convertibilità del maschio in padre, quindi
in patri-monio...
Chissà, forse avviene lo stesso anche all'altro lato
della mela, ma, per i cuccioli d'uomo (e non di rado per vecchi leoni con la
sciatica), il più delle volte tutto si riduce a una forma elementare di
contabilità. Il libro mastro viene in seguito esibito tra simili, in quei proto
consigli di amministrazione che sono gli spogliatoi: quella l'ho baciata dopo
il concerto di Jovanotti, quell'altra pure, è stata la volta che pioveva è l'ho
accompagnata a casa con la BMW di papà; mi manca però la sua amica, tu te la sei fatta?
È la differenza che passa tra assaggiare una
caramella, rigirarla in bocca piano piano, gusto di menta e rabarbaro che si
diffonde nel palato, o metterla in bocca con tutta la carta colorata sopra,
per passare subito a un cioccolatino. Sempre e rigorosamente incartato!
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