
Non spesso e non si
tratta forse di furti in senso tecnico, ma, ogni volta che beve un caffè in un
bar, si infila in borsa le bustine dello zucchero.
Lo bevo amaro, mi
ha risposto per giustificare la quantità di zucchero di cui è ormai colma la
dispensa.
Ma quante bustine
prendi?
Non mi ha risposto.
Una non è certamente
furto. Nemmeno due o tre, già che ci sono persone che bevono il caffè con tre
bustine dentro. Poi gli viene il diabete, ma questa è un'altra storia.
Si tratta insomma di
una semplice dilazione temporale, mi sono detto per assolvere, innanzitutto ai
miei occhi, l'inatteso comportamento di mia madre.
È come la doggie bag,
ecco. Basta chiedere al cameriere. Quindi, al ristorante, gli avanzi nel piatto
vengono impacchettati con cura, e li puoi portare a casa e mangiare il giorno
dopo. La destinazione canina, si sa, è solo un velo pietoso.
In ogni caso è tutta
roba già pagata, come le bustine di zucchero che mia madre infila in borsa,
aspetta che il barista sia girato verso la macchina del caffè e poi... zac!
Ma se mia madre
trattenesse quattro bustine...?
In tal caso, la
quarta bustina non sarebbe inclusa nel prezzo del caffè. Quello è proprio un
furto bello e buono! E dal momento che il furto è un reato penale, il Codice prevedrà
sicuramente un corrispettivo in anni di detenzione.
Dovrei chiedere a un
avvocato: mamme che rubano lo zucchero al bar, quanto fa?
Di certo, a San
Vittore, non le porterei lo zucchero, in quei pomeriggi piovosi in cui andrei a
trovarla. Lei che compare dietro le sbarre con un camicione a strisce; le righe orizzontali ingrassano, sono convinto che così commenterebbe la situazione. Non potresti farmene avere uno zebrato?
E
stiamo sempre parlando di mia mamma.
Ma qualcosa mi dice
che la sua carriera criminale non sarebbe finita lì...
Secondo me,
riuscirebbe a sgraffignare pure qualche arancia, giustificandosi col secondino:
Ne ho prese due, sì, confesso. Ma solo perché la mia compagna di cella è
allergica, e non le mangia.