venerdì 28 settembre 2018

Un di nos, o sulla città piccola piccola dove sono nato e cresciuto io, tra due file lunghe e scure di montagne


Io sono nato e cresciuto in una città ma piccola piccola incastrata tra due fila di montagne lunghe e scure. Nella città piccola piccola dove sono nato e cresciuto io, tra due fila di montagne lunghe e scure, la Lega Nord viene ancora chiamata Lega Lombarda, e quando si parla di qualcuno nato e cresciuto qui, come me, viene detto “un di nos”, mentre gli altri sono gli altri. Tra gli altri che vanno bene ci sono le donne ucraine che fanno le badanti, le donne cinesi che fanno le sarte o, in alternativa, le parrucchiere, e le donne rumene che fanno i pompini. Le altre donne e specialmente gli altri uomini, invece non vanno bene. Ma se c'erano anche le donne africane a farlo in macchina per dieci euro, oppure le albanesi, e però gli euro salgono a venti, me l'ha detto mio cugino che fa il taxista a Milano, se c'erano come in tutte le città civili e solo un po' meno piccole, io penso che andavano bene lo stesso. Ma purtroppo non ci sono. Il fatto che non ci sono le donne africane e albanesi a fare quelle cose in macchina, basta che non ti scopre la ronda padana, nella città piccola piccola dove sono nato e cresciuto io, incastrato tra nere fila di montagne, comporta che per fare lo stesso bisogna andare al night club o negli appartamenti con le lenzuola di carta e le donne rumene da pagare, anche più di settanta euro. In pratica, lo stipendio di una badante ucraina per due giorni di minestrine imboccate a uno dei nostri vecchi e pannoloni da cambiare, che in cerniere sostituite dalle manine svelte di una sarta cinese fanno dodici o tredici cerniere  non lo so quanto ti prendono per uno shampoo e taglio, i capelli io me li taglio da solo. Ma certi conti bisogna farli lo stesso, i soldi non crescono mica sugli alberi, troppo comodo ti insegnano nella città piccola piccola dove sono nato e cresciuto io, la Lega qui è ancora Lombarda. Per questo motivo certe cose non si fanno troppo di frequente, e così il resto del tempo lo si passa seduti al bar Piero o nelle verande degli altri bar con la stufa a forma di fungo, si va fuori per fumare. Io non fumo, mai fumato, ma nelle verande degli altri bar che non sono il bar Piero, quelli con la stufa a forma di fungo per chi fuma, ci sono i televisori che trasmetto gli incidenti, e poi lì fa anche più caldo. Non che il freddo mi mette paura, dalle nostre parti il freddo è come i canguri per gli australiani, ma le sere invernali davvero non passano mai, in particolare se uno non fuma ma guarda gli incidenti come me. Allora, per ingannare il tempo, la gente, la nostra gente impara a guardarsi in giro e non solo gli incidenti. Con due fila lunghe e scure di montagne, quello che vedi sono però solamente la luna, gli elicotteri quando uno si spacca la testa  di solito è per arrampicarsi sulle montagne che non ti fanno vedere un bel niente, io credo che lo fanno per controllare se c'è qualcosa dall'altra parte , e infine i satelliti e gli ufo, per quanto un tizio al bar Piero dice che sono la stessa cosa e un altro risponde sono due cose diverse. Allora, alle volte, se non si mettono d'accordo o c'è un bell'incidente da guardare in tivù, si dicono cornuto e poi sputano e poi volano dei pugni. Rimangono, da guardare a parte gli incidenti e gli ufo, ma forse sono dei satelliti, rimangono dicevo gli altri clienti, che si dividono in due categorie. Ci sono quelli e parlo sempre di nos, quelli tra di noi che nei nostri bar ordinano un bianco di Custoza, un euro e cinquanta dice il barista, grazie, e poi quando è finito un altro e un altro ancora... Funziona così, almeno dalle cinque di sera in poi e spesso anche prima, nel momento preciso in cui si allunga l’ombra scura delle montagne in cui è incastrata la città in cui sono nato e cresciuto io, che è davvero piccola piccola. Ci sono però degli altri, ma non degli altri-altri, intendo sempre degli altri-nostri, degli altri che quando vedono un di nos che ordina un bianco di Custoza fanno un sorrisetto come a dire qualcosa che però non dicono mai, e al barista fanno solo un cenno del capo, lui ricambia con un altro cenno. A quel punto il barista, invece di servire il bianco di Custoza a quello di nos che l’aveva ordinato per primo e dunque avrebbe la precedenza, dico, il barista no prende una bottiglia da un frigorifero a parte e qualcuno sussurra è un vino francese, con cui riempie il bicchiere della persona che ha ordinato per seconda, la quale fa un altro cenno come a dire nuovamente qualcosa che solamente il barista sa quelle cose lì, loro si capiscono alla perfezione. Per sapere se un di nos ordinerà un bianco di Custoza o un bicchiere di vino francese che costa anche più di sette euro, dunque quasi un pompino in macchina con una prostituta africana, sempre che c'erano nella città piccola piccola incastrata tra due fila scure di montagne le prostitute africane, e non ci sono ma certi conti ti insegnano a farli lo stesso, troppo comodo se no, per saperlo prima basta guardargli i pantaloni. Se indossa dei pantaloni color aragosta e ha passato i quarant’anni di età, puoi star certo che ordinerà un vino da più di sette euro, e invece di andare con una rumena con le lenzuola di carta dopo andrà in un night club, dove ordinerà lo stesso vino francese che ha ordinato al bar con un semplice gesto del capo, e lo capiranno al volo anche lì. L'unica differenza è la grandezza, qui con lo stesso cenno gli porteranno l’intera bottiglia e non un solo bicchiere, le cose vanno dette precise, bottiglia che berrà con delle signorine che non sono delle nostre e però non è un problema, vanno bene anche quelle, mentre di fuori si alza la luna e i satelliti e gli ufo e qualcuno si spacca la testa, nel tentativo di scavalcare le montagne. Alla fine pagherà il suo vino francese preferito al night club quattrocento euro, non ha contanti? non importa signore, c'è la carta, mentre le signorine cambiano tavolo e raggiungono un altro con i pantaloni color aragosta, che dunque ordinerà anche lui una bottiglia di vino francese e non un bicchiere di bianco di Custoza. Una volta ho fatto il conto, qui i conti ti insegnano a farli, una bottiglia di vino francese al night club corrisponde a duecentosessantasei virgola sei periodico bianchi di Custoza al bar Piero, o se si preferisce venti pompini da una prostituta albanese chinata sul sedile laterale del suv di proprietà di uno a caso con i pantaloni color aragosta, che tanto non ci sono state mai neppure quelle. A parte le elezioni in cui qualcuno, a turno, dice ognuno a casa loro, e gli altri che stanno in piedi al bancone del bar Piero fanno su e giù con la testa senza parlare, come gli orsetti sul lunotto posteriore dell'auto di mio cugino che fa il taxista a Milano, molto altro non succede nella città piccola piccola dove sono nato e cresciuto io, la Lega in quei giorni diventa particolarmente Lombarda. E anche adesso che sto invecchiando, me ne accorgo dai capelli, li taglio sempre da solo ma ogni volta ho meno lavoro da fare, anche adesso che ho provato un vino francese e non sempre e solo bianco di Custoza, io non ho ancora deciso se acquistare o meno dei pantaloni del colore delle aragoste, tra due fila lunghe e scure di montagne.



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