venerdì 27 novembre 2009

Blog interruptus


Comunico la momentanea sospensione di questo blog.
Da quando è stato inaugurato, nel giugno del 2009, ho cercato di sperimentare diversi generi letterari, ma soprattutto tonalità della lingua. La mia idea era quella di utilizzare il corpo e le vicende personali di chi dice “io” in funzione euristica: come luogo di collaudo di un presente più allargato, per non dire collettivo (termine quanto mai antipatico).
Mi sono cioè sempre posto in una prospettiva civile verso la mia esperienza, e mai da blogger duro e puro. Questa asimmetria verso uno status tecnologico che tende viceversa a canonizzare il privato, l’intimo, l’umorale, ha portato spesso anche me, in questi mesi, a chiedermi se fosse la strada giusta.
L’ormai accertato fallimento in termini di lettori – che è per l’appunto anche un fallimento civile – credo che sia la più chiara risposta.
Ma cosa significa “fallimento civile”?
Sono arrivato alla conclusione che per accordare la voce nella direzione di un pubblico potenziale di lettori, insomma un voi, debba prima esistere solido il retroterra dentro un altro pronome: noi.
Noi che si forma, che ci formiamo attraverso la mobile triangolazione tra un tu, un io e un egli.
La mia vicenda di autore e di uomo, tende piuttosto alla prima persona singolare: manca la circolazione del sangue, delle parole che fanno mondo o anche solo compagnia.
Così voi siete io, noi siamo io e anche tu è io.
Rimane egli, che è la figura enigmatica a cui non riesco e non voglio dare del tu. L’uomo mascherato che ti ruba il parcheggio con la Audi; la donna che sussurra i negri c’hanno la musica nel sangue; i 74 tirapiedi con cui sono invischiato su Facebook, e che ogni tanto mi riverberano i loro uff ... i loro baff ... O nuove sottoscrizioni ecologiste quanto la muta degli amori, che poi è lo stesso.
Questa è dunque la mia "comunità".
Questo sono io.
E questo blog viene momentaneamente sospeso proprio per mancanza di Amici, dentro un presente storico che mi è sempre più nemico.

(ps - Mi riservo di decidere se chiudere bottega definitivamente dopo Natale. Al momento, chiamiamola vacanza)

2 commenti:

  1. Guido, come direbbe l'odiato imbecille, non sei solo.
    Fulvio Abbate

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  2. caro Fulvio, ti ringrazio molto per quel che scrivi. in un periodo della mia vita in cui nervi e cuore sono esposti a ogni sputo di cane, davvero le parole possono essere miele oppure e fiele. ma non sempre è facile cogliere quell'unica minuscola lettera che li distingue... (e comunque adesso siamo in due, a ballare l'hully gully!)

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