domenica 10 giugno 2012
Io e Giorgio, un incontro
E poi magari la ritrovi all’Esselunga, mentre chino sul banco frigorifero stai cercando di capire dalla busta – è scritto piccolo piccolo – se nel prosciutto Rovagnatti sono presenti tracce di lattosio. "Sei ancora allergico ai latticini?", ti chiede lei da dietro. E tu, girandoti di scatto e prima ancora di averla vista – quella voce impastata di gesso e matita rossa la riconosceresti tra un milione, anche quando grida al megafono Nessuno tocchi le foche monache! – tu le rispondi: "Quanto tempo, non pensavo di trovarti in un supermarket, ma non mangiavi solo biologico? Comunque ti trovo bene, davvero: sei bellissima!" Tu le rispondi con una frase confezionata dall'abitudine e che però risulta intaccata dal germe dell’imbarazzo, come quando il botulino fa tana dentro il domopack sgualcito. "Sei ancora allergico ai latticini?", ripete lei con la stessa implacabile cadenza. "Ma no, allergico, lo sai: sono semplicemente intollerante..." Intanto estrae dal frigorifero una grossa fetta imbustata di Cheddar, e dopo averla infilata nel carrello ti sussurra: "Io e Giorgio adoooriamo i formaggi inglesi". "Ah, sì, certo, i formaggi inglesi. Ma chi è Giorgio?" "Scusa, dimenticavo, non puoi sapere. Io e Giorgio ci siamo conosciuti a un seminario sul secondo Wittgenstein. Sai quello dei giochi linguistici e del Big Typescript, dopo che abiurò dal Tractatus Logico-Philosophicus. Anche io e Giorgio siamo convinti che la prospettiva della logica formale sia parziale e vada integrata con…" No, il lattosio no! E' indicato proprio alla fine, dopo i polifosfati e il glutammato. Te ne accorgi ma non fai una piega, come Rambo quando si cuce da solo la ferita, mentre lei sta ancora parlando di Wittgenstein (il secondo Wittgenstein, attenzione!) e naturalmente di Giorgio. Così riponi sconsolato la busta di prosciutto Rovagnatti sullo scaffale. Poi, rivolto verso la cascata fulva dei suoi capelli, racchiusi da un fermaglio etnico che fa da sipario alla nuca scoperta e abbronzata: "Wittgenstein, il secondo Wittgenstein, condivido". Tanto lo sai che ha conosciuto Giorgio dove ha conosciuto anche te, su quel sito in cui tu dichiaravi di amare la musica di Leonard Cohen e lei ti ha scritto per dirti che Leonard Cohen è il suo cantante preferito, che combinazione, anzi, che sincronicità!, ma quante cose condividiamo, conosci Wittgenstein?; con un post scriptum in cui ti chiedeva di mandarle un paio di tue fotografie, possibilmente recenti. "Ti piace ancora Leonard Cohen?", dice allora lei oppure tu, non è tanto importante, perché se tu rispondi sì lei dirà di no, io e Giorgio adesso ascoltiamo solamente musica barocca, specie la scuola veneziana, e se invece sei tu a prendere le distanze lei alzerà la posta, aggiungendo che la voce di Giorgio somiglia tanto alla timbrica cavernosa di Leonard Cohen, uguale uguale, davvero, dovresti sentire. E così, scovando finalmente un prosciutto senza lattosio al doppio del prezzo degli altri, non puoi esimerti da una domanda, che continua a frullare nella testa di milioni di uomini. Ma perché, un uomo, quando trova una nuova compagna fa di tutto per occultare o comunque minimizzare la cosa, mentre una donna, al contrario, oppone al mondo intero quella felice e transitoria condizione? Io non credo che sia solo per il gusto sottile della rivalsa: avresti potuto avere questo bendidio e adesso guardati, tu e il tuo stramaledetto prosciutto senza lattosio. No, non è solo questo. E’ che le donne, come suggeriva Aldo Busi, somigliano a immense montagne candide. Ognuna con proprie pendici, boschi, ruscelli, che mal sopportano di legarsi in catena, o nella borbottante promiscuità di una dorsale. Eppure, nonostante questa fiera riluttanza a fare branco, a darsi di gomito, hanno bisogno della picozza di un alpinista, da conficcare sulla sommità. Asta posticcia di bandiera su cui far sventolare un drappo colorato, a parziale risarcimento della fatica per raggiungere la vetta. Sì, proprio come il cartellino rosso nel bagno: occupato!
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