mercoledì 11 aprile 2012

"Ti stimo moltissmo", o sull'amore senza amore


Seguendo l'eccentrica proposta teologica di Igor Sibaldi, o meglio buttandogli inizialmente un occhio nella forma estrema della pigrizia, quella del dvd ricavato dalle sue conferenze di esegesi biblica, ho scoperto una cosa probabilmente già nota ai più, ma per me nuova ed estremamente interessante. In particolare l'analisi del passo seguente, da Giovanni 21, 15-19, che gli occhi me li ha fatti spalancare tutti e due:

Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle».

Il dialogo appena trascritto deriva da una doppia traduzione, dal latino all'italiano ma ancor prima al latino dal greco, lingua in cui sono stati scritti tutti i vangeli canonici. Diversamente da quando avviene nel nostro lessico, in greco non esisteva però un solo termine per definire l'amore, che veniva espresso in tre forme alternative: eros, philia ed agapè.


Rivedendo allora l’intero dialogo in una prospettiva linguistica, come ci invita a fare Igor Sibaldi memore dei suoi trascorsi da slavista, lo possiamo comprendere nella sua corretta intenzione. Quando Cristo, la prima volta, chiede a Pietro se lo ama, gli domanda infatti:

- Agapas me?

Che significa: mi ami tu di un amore totalmente disinteressato, intimo, fraterno? Distinto sia dal fervore sensuale, proprio dell'eros, sia dalla generica simpatia quale ritroviamo nell'amicizia virile per i greci, che ha il suo correlato nella nozione di philia. Philo è anche il prefisso da cui discendono molti termini attuali, tra cui filo-sofia, filo-logia, fil-antropia, a suggerire un sentimento di buona disposizione verso oggetti o categorie inanimate del pensiero. Ma non si può provare agapè per un oggetto o una forma astratta, già che l'amore agapico prevede la fusione, la comunanza sentimentale. Semplificando di molto, potremmo dire che agapè ha un'intonazione più "profonda" di philia.

Bene, date queste informazioni preliminari, è interessante vedere non solo
cosa Pietro replica alla precisa domanda di Cristo - Agapas me? -, ma come, con quali parole lo fa nel testo originale. In greco, e sempre per il tramite del buon Sibaldi, ciò che lui unicamente riesce a dire suona dunque così:

- Philoo se.

Pietro non risponde quindi "sì, ti amo", come vuole la nostra errata traduzione, e piuttosto qualcosa come "sì, ti amo, ma..." E cioè ti amo in modo differente da quello che mi richiedi: provando philia, non agapè.

Cristo ripete allora la domanda, per sincerarsi se c'è stato fraintendimento, e non come si è creduto per oscure ragioni anagogiche. Ma anche in questo secondo caso Pietro si limita a dichiarare la sua philia, eludendo la richiesta di agapè. Al terzo tentativo è però la domanda di Cristo a mutare, ora rivolgendosi a Pietro con le seguenti parole:

- Phileis me?

Come si può vedere, Cristo sta ora utilizzando il medesimo verbo delle precedenti risposte di Pietro, il verbo filéio. Ed è così che i due posso finalmente incontrarsi su tale piano, quello della philia, dell'amore amicale, ribadito in forma immutata dalla conclusiva risposta del discepolo:

- Philoo se.

Per tre volte, come quando ha rinnegato il suo Messia nelle scene concitate della cattura, Pietro attesta il sentimento della philia, senza mai giungere all'intima pienezza fusionale dell'agapè. Una condizione che, nella prospettiva escatologica del cristianesimo, fa dell'uomo mortale l'agnello pasquale, ossia il simbolo che nell'imitatio Christi riesce a superare la morte stessa. Pietro può dunque solo "pascere le sue pecorelle" - essere cioè la regola, la norma prescrittiva di ogni religione mondana - ma non farsi pecorella egli stesso. E ciò perché egli è sprovvisto d'agapè.

Bene, ma la domanda a questo punto diventa: perché, Guido Hauser, ci stai raccontando tutte queste belle cose, per farci vedere quando sei istruito, sapiente, ganzo? Non ci risulta che Fontana con soldino sia diventato un blog di esegesi scritturale…

Obiezione accolta. Colpito ma, forse, non affondato. Sto infatti scrivendo dello scambio tra Cristo e Pietro perché l'ho trovato di un'attualità imbarazzante. A solo titolo d'esempio, a me suggerisce un dialogo simile, addirittura quasi identico, che ricaviamo da un film emblematico della nostra contemporaneità, non a caso definito film
di culto (anche l'ambito religioso del complemento probabilmente non è casuale). Ma senza aggiungere altro, vediamo se lo riconoscete:

- Mi ami, Pina?

La Pina non risponde.

- Mi ami, Pina?

La Pina non risponde.

- Mi ami, Pina?

E la Pina, finalmente, con un filo di voce:

- Ti stimo moltissimo, Ugo.

Sì, certo, si tratta proprio della sequenza che vede protagonisti il rag. Ugo Fantozzi e sua moglie Pina, contenuta in uno o forse in tutti i film della serie Fantozzi. I due non si dichiarano infatti il loro amore, ma sempre, e con patetica ostinazione, la loro reciproca stima. Come a dire che anche in questo tempo, proprio come nella Galilea sotto Augusto, con un cuore tiepido sì può solo pascere gli agnelli, quando non essere lupi. Ciò che rimane, è la consolazione di una mesta philia.

Provando allora a ritradurre con linguaggio attuale, ma finalmente corretto, il celebre passo dall'ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni, ne uscirebbe probabilmente qualcosa del genere:

- Pietro,
insomma, me lo vuoi dire una buona volta se mi ami?

- Beh, Rabbi, amore amore proprio no... Diciamo che ti stimo, ti stimo moltissimo.

1 commento:

  1. Fantastico!! .... ma come vuoi che ci si dichiari amore al giorno d'oggi, Guido, se non lo si pratica ovvero non ci si permette nemmeno di avvicinarsi gli uni agli altri!! Mondo difficile!!

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