lunedì 5 giugno 2023

Il piccolo giudice

Gli inevitabili commenti al delitto di Senago, nelle conversazioni al bar o in quelle più copiose sui social – un bar solo un po' più grande, senza Cedrata Tassoni – stanno prendendo una piega inaspettatamente tecnica. Si discute se sia da considerarsi doppio omicidio, quanti mesi avesse il feto della vittima, da ciò ipotizzando lo svolgimento del processo sulla base di una fantasiosa riedizione del codice di procedura penale.

Ma cosa siamo diventati, tutti giuristi?

Due cose mi appaiono evidenti: 1) no, non è doppio omicidio, un feto non è una persona, per quanto a sette mesi avrebbe potuto sopravvivere anche fuori dal corpo della madre; 2) sì, il fatto che Giulia fosse incinta e, appunto, in uno stadio così avanzato, comporterà per l'assassino un aggravio di pena.

La misura delle aggravanti è però questione talmente delicata, oltre che controversa come è sempre il diritto, soggetto a interpretazioni, cavilli e giurisprudenza, per la quale lo stesso magistrato dovrà consultare voluminosi tomi, prendersi tutto il suo tempo prima di stabilire la giusta calibratura tra colpa ed espiazione. Che nei successivi gradi di giudizio potrebbe essere ribaltata.

Quasi rimpiango i tempi generalmente estivi – un periodo in cui la politica si eclissava senza dare testimonianza di sé al Papete –, quando alla notizia dei delitti più truci si auspicavano pene di uguale impronta, fino a quella definitiva: Te lo dico io, a questo mascalzone qui dovrebbero dargli la pena di morte!

Ovviamente erano cazzate, ma cazzate emotive. Rivelavano un sentire della pancia che dava, come si dice, fiato alla bocca, per non darlo al sedere. Ciò che dalla bocca adesso sgorga è invece una compiaciuta presunzione di onniscienza, da lì raggiunge la tastiera secondo il fortunato slogan del Movimento 5 Stelle: uno uguale uno, che in termini pokeristici diventa piatto ricco mi ci ficco. Di qualsiasi cosa si parli aggiungo al buio la mia fiche.

E così oggi giochiamo al piccolo giudice come ieri, quando si dibatteva di vaccini, si giocava al piccolo medico, o al piccolo geopolitico all'invasione russa dell'Ucraina. Un esercizio fino a pochi decenni fa limitato ai mondiali di calcio, occasione nella quale i maschi dai dodici anni in su diventavano tutti CT della Nazionale: Quel Cabrini lì non mi sembra tanto in forma... Ma accadeva solo un anno ogni quattro, per un paio di mesi scarsi.

Ora è invece disposizione permanente: non solo per i maschi e per il calcio, ma nei confronti di qualsiasi altra cosa. Importante è mostrare di pensare con la propria testa, essere spontanei, creativi, soprattutto creativi. È quanto replicano piccate le neo mamme quando la maestra, timidamente, fa notare che il figlio non studia.

Suggerisce Umberto Galimberti che delitti del genere fanno da specchio a un sentire a-patico sempre più diffuso, dove l'alfa privativo disinnesca la percezione delle emozioni nell'altro, con cui si smette di risuonare. E se non sento le tue emozioni finisco col revocare anche la comune radice umana, come avviene nei conflitti militari dove le bombe piovono da imperturbabili droni.

A me sembra che anche commenti del genere, su scala di gravità certo attenuata, restituiscano la stessa fotografia. So tutto io, ma non sento ciò che so, o, meglio, penso di sapere. Quando sarebbe bastato posare un piccolo metaforico fiore reciso, se preferite due. E poi andare via senza aggiungere nulla. 

1 commento:

  1. Leggo che apposita e minuziosa autopsia conteggerà al millimetro le settimane del piccolo Thiago per poi poterlo considerare, a seconda dell'indagine biologica, vittima di omicidio oppure testimone dei fatti o soltanto imprevisto accidentale.

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