giovedì 1 giugno 2023

Cartella clinica

Eccomi di nuovo qui, con tutti i miei acciacchi. A causa loro non sono in grado di fare sport, magari arrancare su un tapis roulant con indosso dei fuseaux fosforescenti, l'orologio che conta le pulsazioni, lo fanno ancora molti miei coetanei. Di solito sono gli stessi che quando li incontri ti intrattengono con le loro vanterie sessuali. Io zitto, annuisco senza dire nulla, figurati se rilancio su quel versante; e poi per scopare bisogna essere perlomeno in due. Quindi leggere, eliminiamo quella sopravvalutata attività con cui si alimenta il serbatoio delle citazioni, un recente distacco della retina me lo rende difficoltoso. Quanto all'alcol, con le benzodiazepine è altamente sconsigliato. Tiriamo dunque una bella riga anche sui gin tonic. Li ordinavo, in numero comunque mai superiore a tre, al Caprice, un night club di Morbegno dove ero diventato amico del buttafuori, sulla coscia ha fatto tatuare la scritta Dio Patria e Famiglia. Mi è inoltre difficile fare lunghi tragitti in auto, e non va molto meglio con il camminare. La podologa non ha ancora compreso cosa esattamente non va, e dunque, precauzionalmente, stralciamo le lunghe passeggiate di un tempo, senza però ricadere nel versante opposto. Dopo un po' che sto sdraiato supino comincia infatti a dolore la zona lombare; ma in fondo rientra nella norma penso, considerata la collocazione della mia ernia al disco: L4 ed L5, viene puntualizzato sul referto della risonanza magnetica. Vediamoci allora una bella serie tivù! Macché, negli ultimi tempi mi dà fastidio anche lo sbrilluccicare prolungato dei pixel del televisore. Non mi rimane che posare l'indice sull'icona blu presente sullo smartphone, e, dopo che si è spalancata accogliente la bacheca di Facebook, scrivere un nuovo post. Qualcosa ci si inventa sempre. Solo che prima di iniziare a digitare mi scappa l'occhio, quello semi sano, sul post di qualcun altro; ovviamente non lo leggo ma inizio a odiare chi l'ha scritto. Ma tu guarda come la gente butta via il proprio tempo prezioso… Invece di fare ciò a cui io mi appresto per esaurimento delle opzioni, come quegli allenatori che mandano in porta un terzino, dopo che il portiere è stato espulso per uscita pericolosa, potrebbe lui, o lei, giocare a bocce, ping pong, mini golf, palla basca... Va be’, con la palla basca ho un po' esagerato, lo ammetto. Meglio scucire una cinquantina di euro – che saranno mai cinquanta euro? – e darci dentro a lato di un distributore periferico della Esso; l'odore di benzene si intrufola nelle narici, segue quello di lattice, lubrificanti chimici, dolcemente avvolti dal lucore notturno dei neon, che ricordano una pellicola di Nicolas Winding Refn. Ma in effetti potrebbe trattarsi di una persona iscritta a Comunione e Liberazione, certe cose loro non le fanno. Leggere allora The Waste Land o un fumetto di Paperinik, al baretto dell'oratorio ordinare vodka tiny; si tratta del cocktail preferito da Bond, James Bond, peccato che al Caprice non lo sapessero fare. Per fortuna c'era Miroslava, con cui era davvero un piacere conversare di malattie (una cartella clinica, la sua, di tutto rispetto) e trattori russi che solcano una terra magra, è già tanto se riesci a estorcerle qualche solanum tuberosum, meglio nota come patata. O ancora: incamminarsi nel parco dei Bordighi, dove si vedono i cuccioli di capriolo e si ode il perforare forsennato del picchio rosso; stare sdraiato o, di nuovo, sdraiata con un filo d'erba in bocca a non fare un cazzo; suonare il basso elettrico che ho iniziato a studiare senza mai andare oltre a un giro di blues, in quell'afflosciarsi di ogni slancio della volontà che mi rende simile a un abito da sposa, la sera dopo la cerimonia; raggiungere un ristornate a palafitta sul mare a bordo di un automobile decappottata con i Red Hot Chili Peppers a palla; o anche solo guardare un bel film – io avrei voglia di rivedere Les vacances di M. Hulot – sprofondato sulle poltroncine di velluto porpora di una multisala a caso, senza più bisogno della mascherina. Il bizzarro modo in cui Tati esegue il servizio a tennis, come se prima infornasse una pizza, sbaragliando ogni avversario della pensione bretone affacciata sull'oceano, in cui scivola silenzioso con la pipetta in bocca di sbieco, mentre sax, pianoforte e xilofono si passano il testimone nel replicare il tema musicale di Alain Romans. Invece di perdere il tempo su Facebook, chi ci scrive in sana e robusta costituzione potrebbe infine innamorarsi di me, perché no, eviterebbe i soldi dell'abbonamento a Meetic, secondo quella vocazione crocerossinesca che nei manuali di love coaching viene attribuita alle donne. In fondo, non credo che baciare mi sia impedito, anche se prudenza vuole che prima controlli sul disclaimer dei farmaci. E se invece si trattasse di un uomo? Beh, nessuno è perfetto. Guardate come sono conciato io…

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