Si dice che le donne siano più sensibili alla
sfumatura, il particolare sommesso ma rivelatore, la minima imperfezione che fa
vera e grande la tela. Probabilmente le cose stanno proprio così, non ho motivo
di dubitare. Anche negli uomini ricercano infatti questo tratto fragile e
discreto, ma, come il puntino bianco nel tao, è la distesa nera che fa da
sfondo a muovere e indirizzare lo sguardo.
Un uomo pieno di sollecitudine e delicatezze, un povero cristo cagionevole e un po’ acciaccato, male in arnese anche sul versante economico, quando pure fosse l’uomo più sensibile del mondo sarebbe del tutto privo di interesse, almeno agli occhi smaliziati di una donna. E’ l’ombra dentro la luce, la fragilità come i revers di una giacca intessuta con fili di oro purissimo, ma solidi e tenaci come catene, a sedurre e conquistare.
L'eterna coppia di forza e tenerezza, in fondo, cavalcata da migliaia di spot pubblicitari: "Un uomo che sa creare un sorriso, guardarti negli occhi, giocare col viso. Un uomo che sa vedere e guardare, guardare e capire le storie del mare..." (Qualcuno se la ricorda? Era la pubblicità del profumo Rockford, anni ottanta o giù di lì.)
Ma se dovessi trovare un’immagine che riassuma l’eterna disposizione femminile a cercare A dentro B e B dentro C, sarebbe quella di Marlon Brando, bellissimo e tostissimo, quando carezza una colomba bianca in una memorabile sequenza di Fronte del porto, in seguito replicata da Rutger Hauer nel finale di Blade Runner. O se preferite e con un pizzico di ironia Lupo de Lupis, che è lupo, sì, ma pure tanto buonino. Se ne deve dedurre che è l’ossimoro, la figura retorica che meglio rappresenta l’erotismo femminile.
Peccato che gli uomini, noi uomini, non l’abbiamo ancora capito, e ci ostiniamo a mostrarci tutti d’un pezzo: quello ruvido, compatto e vagamente stolido della potenza (muscolare o finanziaria poco importa), oppure sbrecciato dalla lama dell’intelletto e di un'accesa sensibilità, ma con la postura flemmatica di un agnello che mostra la giugulare al suo carnefice. Quando le donne, invece, ci vorrebbero in tanti piccoli pezzi contrastanti. Ci vorrebbero in bikini.
Un uomo pieno di sollecitudine e delicatezze, un povero cristo cagionevole e un po’ acciaccato, male in arnese anche sul versante economico, quando pure fosse l’uomo più sensibile del mondo sarebbe del tutto privo di interesse, almeno agli occhi smaliziati di una donna. E’ l’ombra dentro la luce, la fragilità come i revers di una giacca intessuta con fili di oro purissimo, ma solidi e tenaci come catene, a sedurre e conquistare.
L'eterna coppia di forza e tenerezza, in fondo, cavalcata da migliaia di spot pubblicitari: "Un uomo che sa creare un sorriso, guardarti negli occhi, giocare col viso. Un uomo che sa vedere e guardare, guardare e capire le storie del mare..." (Qualcuno se la ricorda? Era la pubblicità del profumo Rockford, anni ottanta o giù di lì.)
Ma se dovessi trovare un’immagine che riassuma l’eterna disposizione femminile a cercare A dentro B e B dentro C, sarebbe quella di Marlon Brando, bellissimo e tostissimo, quando carezza una colomba bianca in una memorabile sequenza di Fronte del porto, in seguito replicata da Rutger Hauer nel finale di Blade Runner. O se preferite e con un pizzico di ironia Lupo de Lupis, che è lupo, sì, ma pure tanto buonino. Se ne deve dedurre che è l’ossimoro, la figura retorica che meglio rappresenta l’erotismo femminile.
Peccato che gli uomini, noi uomini, non l’abbiamo ancora capito, e ci ostiniamo a mostrarci tutti d’un pezzo: quello ruvido, compatto e vagamente stolido della potenza (muscolare o finanziaria poco importa), oppure sbrecciato dalla lama dell’intelletto e di un'accesa sensibilità, ma con la postura flemmatica di un agnello che mostra la giugulare al suo carnefice. Quando le donne, invece, ci vorrebbero in tanti piccoli pezzi contrastanti. Ci vorrebbero in bikini.
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