martedì 13 settembre 2016

La legge di Peter, o su come difendersi (senza riuscirci) dai terapeuti naturali




Il nome è vagamente buffo, quasi goliardico: Principio di Peter. Ma nasconde una tesi estremamente arguta, del genere di quella, assai più nota, che passa sotto la sigla di Legge di Murphy. Nel caso del Principio di Peter viene descritta la dinamica sottesa alle carriere lavorative, specie quelle che si realizzano nelle grandi strutture piramidali. Secondo l'autore, lo psicologo canadese Laurence J. Peter, che sintetizzò il suo pensiero in un pamphlet del 1969, lo sviluppo professionale avviene nel seguente modo. Una persona viene assunta, è brava, ottiene risultati utili anche ad altri, e viene così promossa a livelli gerarchicamente superiori, arrestandosi solo quando gli viene assegnato un ruolo per il quale si mostra inadeguata. A quel punto, però, anche se il nuovo compito viene svolto malamente e con scarsa o nessuna competenza, lo sventurato non può più essere retrocesso allo step precedente – dove appunto eccelleva – e si ferma dunque lì: in una posizione in cui, per lo più, fa danni. Con una felice intuizione linguistica, tale livello viene chiamato soglia di incompetenza.
Mi capita di pensare di tanto in tanto a questa curiosa teoria. Specie quando mi sottopongo a un trattamento cosiddetto olisitico, e mi succede di frequente. I terapeuti olistici, almeno quelli che conosco io, sono quasi sempre persone molto capaci, preparate, perfino virtuose nel loro ambito particolare. Il guaio è che i limiti di questo ambito non gli bastano, e anche loro provano a salire di gradino, come "l'uselin della comare" che "un po' più in su volea volare… " Si convincono, ad esempio, di essere dei fini psicologi - senza ovviamente avere mai studiato psicologia -, o dei maestri spirituali e di vita. Ti ammorbano quindi con interpretazioni psicoqualcosa, consegnandoti, con uguale gesto nonchalante, delle autentiche perle di filosofia spicciola (perlopiù di matrice esoterica e orientaleggiante) che rimanderesti volentieri al mittente.
Ma non lo puoi fare perché è questa la soglia di incompetenza che da soli si sono assegnati, e che i loro numerosi diplomi alla parete puntellano con minaccioso zelo, alla maniera di tanti soldatini schierati sugli spalti di forte Apache. Puoi solo annuire mestamente con la testa, come il bambino alla ramanzina del parroco.

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