Da ragazzo facevo uno strano gioco. Mi sedevo su una
panchina e poi stavo lì a guardare invecchiare i cani. Lo fanno in uno strano
modo: all'improvviso. Così ho cominciato a pensare che fosse una cosa
tutta loro, una specialità da cani. O perlomeno, io ho avuto tre cani, e tutti e tre
sono invecchiati in quel modo lì. Una questione di giorni proprio, nemmeno di
mesi. Una settimana prima erano ancora dei cucciolotti e quella dopo già
vecchi. Invecchiare, per come la vedo io, è come quando sbuffi tutta l'aria
dentro a un palloncino rosso. Il palloncino prende il volo, ma tu rimani a
terra senza fiato. Cose da fare, a terra, con la terra, però ce ne sono tante.
Terra e tempo, alla fine è solo questo. Ma con molti nomi in mezzo per
confondere un po' le cose. E puoi andare avanti anni a imparare nuove parole,
quelle che non impari te le inventi. Le parole non finiscono mai, la parola
fine è finta, è solo una parola. Pensavo anche questo quando da ragazzo mi
sedevo su una panchina e da lì guardavo invecchiare i cani. Finché un bel
momento, all’improvviso, sono arrivato alla parola vecchio, e ho smesso di
guardare. Poi ho smesso di correre dietro alla pallina, mi sono stufato di
giocare a barattolo e inventare parole strane e vanitose. Il pomeriggio mi
sdraio in sala davanti alle portefinestre chiuse e prendo il sole sulla pancia.
Fa un bel calduccio sul parquet, e non ho nulla da fare, non chiedetemi di
scavare ancora buche nella terra in cui nascondere le parole più segrete. Che tanto erano
segreti di Pulcinella: desideri, un po' di sesso, ossa da spolpare piano…
Possibile che non mi viene in mente altro? Se per strada passa un gattaccio,
non faccio manco più il gesto di alzarmi per rincorrerlo con la lingua a
penzoloni. E’ rilassante non dover pisciare più la gioventù contro i lampioni
accesi. Cose un po' da cani, mi direte. Io ne ho avuti tre e uno dopo l’altro,
ma a distanza di anni, sono tutti morti, se ne sono andati all'improvviso. Una
questione di secondi proprio, nemmeno di minuti. È come quando qualcuno posa
uno spilletto sopra al tuo palloncino rosso. Bum! A invecchiare dicono che si
imparano un mucchio di cose interessanti, cose che non stanno dentro alle
parole. Io ho imparato che ci sono cose che capitano all’improvviso e altre che
durano nel tempo, sembrano non finire mai. La tristezza sembra non finire mai e
si posa sui cani e sui vecchi dopo che sono invecchiati all’improvviso. L'unica
differenza è che i vecchi stanno sopra la panca e i cani sotto, come in quella
buffa filastrocca della capra che prima campa e poi crepa. Anche io stavo sopra
a una panchina, ma a quel tempo ero ancora giovane, non pensavo alle capre
che crepano ma solo ai cani che invecchiano. Un giorno, mi dicono, stai sicuro
che creperai anche tu. O forse scoppierò o forse volerò via, all’improvviso,
come hanno fatto i miei tre palloncini rossi. Mi metteranno allora sottoterra,
magari in cielo… chi lo sa. Mi metteranno in un posto dove non c'è
più la tristezza che sembra non finire mai come le parole tristi, che però
invece finiscono. Così.
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