giovedì 15 settembre 2016

Palloncini rossi



Da ragazzo facevo uno strano gioco. Mi sedevo su una panchina e poi stavo lì a guardare invecchiare i cani. Lo fanno in uno strano modo: all'improvviso. Così ho cominciato a pensare che fosse una cosa tutta loro, una specialità da cani. O perlomeno, io ho avuto tre cani, e tutti e tre sono invecchiati in quel modo lì. Una questione di giorni proprio, nemmeno di mesi. Una settimana prima erano ancora dei cucciolotti e quella dopo già vecchi. Invecchiare, per come la vedo io, è come quando sbuffi tutta l'aria dentro a un palloncino rosso. Il palloncino prende il volo, ma tu rimani a terra senza fiato. Cose da fare, a terra, con la terra, però ce ne sono tante. Terra e tempo, alla fine è solo questo. Ma con molti nomi in mezzo per confondere un po' le cose. E puoi andare avanti anni a imparare nuove parole, quelle che non impari te le inventi. Le parole non finiscono mai, la parola fine è finta, è solo una parola. Pensavo anche questo quando da ragazzo mi sedevo su una panchina e da lì guardavo invecchiare i cani. Finché un bel momento, all’improvviso, sono arrivato alla parola vecchio, e ho smesso di guardare. Poi ho smesso di correre dietro alla pallina, mi sono stufato di giocare a barattolo e inventare parole strane e vanitose. Il pomeriggio mi sdraio in sala davanti alle portefinestre chiuse e prendo il sole sulla pancia. Fa un bel calduccio sul parquet, e non ho nulla da fare, non chiedetemi di scavare ancora buche nella terra in cui nascondere le parole più segrete. Che tanto erano segreti di Pulcinella: desideri, un po' di sesso, ossa da spolpare piano… Possibile che non mi viene in mente altro? Se per strada passa un gattaccio, non faccio manco più il gesto di alzarmi per rincorrerlo con la lingua a penzoloni. E’ rilassante non dover pisciare più la gioventù contro i lampioni accesi. Cose un po' da cani, mi direte. Io ne ho avuti tre e uno dopo l’altro, ma a distanza di anni, sono tutti morti, se ne sono andati all'improvviso. Una questione di secondi proprio, nemmeno di minuti. È come quando qualcuno posa uno spilletto sopra al tuo palloncino rosso. Bum! A invecchiare dicono che si imparano un mucchio di cose interessanti, cose che non stanno dentro alle parole. Io ho imparato che ci sono cose che capitano all’improvviso e altre che durano nel tempo, sembrano non finire mai. La tristezza sembra non finire mai e si posa sui cani e sui vecchi dopo che sono invecchiati all’improvviso. L'unica differenza è che i vecchi stanno sopra la panca e i cani sotto, come in quella buffa filastrocca della capra che prima campa e poi crepa. Anche io stavo sopra a una panchina, ma a quel tempo ero ancora giovane, non pensavo alle capre che crepano ma solo ai cani che invecchiano. Un giorno, mi dicono, stai sicuro che creperai anche tu. O forse scoppierò o forse volerò via, all’improvviso, come hanno fatto i miei tre palloncini rossi. Mi metteranno allora sottoterra, magari in cielo…  chi lo sa. Mi metteranno in un posto dove non c'è più la tristezza che sembra non finire mai come le parole tristi, che però invece finiscono. Così.




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