Quando si vantano le virtù della piccola editoria
schiacciate dagli elefantiaci passi dei grandi editori, ho sempre percepito,
per dirla con Totò, puzza di abbrucicaticcio.
Un grande editore è un soggetto commerciale a pieno
titolo, fin qui immagino tutti d'accordo. Perciò deve fare tornare i conti,
cosa che non di rado avviene trattando i libri come Buondì Motta, Piumoni
Bassetti, Pasta del Capitano. Scegliete voi un paragone a piacere. Ma una volta
raggiunti gli utili prefissi il grande editore può concedersi anche lussi
antieconomici, o meglio para-economici come fa Mondadori pubblicando Europe
Central di William Vollman. Un romanzo inserito a catalogo secondo logiche
non immediatamente di profitto.
I piccoli editori, come per altro i piccoli librai, in
un'epoca in cui le competenze linguistiche vanno precipitando con progressiva e
inarrestabile tendenza, mi appaiono invece dei moderni Don Chisciotte: li
apprezzo moltissimo per le stesse ragioni per cui, intimamente, ne diffido.
Dietro i graziosi nomi che si danno intravedo infatti in molti casi – e
sottolineo molti, non tutti, la materia è sdrucciolevole – dei benestanti che
vogliono dare un senso nobile e puro alla loro vita, essere dalla parte giusta
che è quella della Cultura con la c maiuscola, sebbene non più con la kappa. Ma
insomma fuochino.
È un fatto che se hai bisogno di soldi vai a fare le
pulizie o a tinteggiare gli appartamenti, non fondi una casa editrice o apri
una libreria. Premessa da integrare con la precisazione che la disponibilità
economica non rappresenta un'onta, e se invece di spendere il proprio denaro al
Billionaire lo si impiega per scovare talentuosi esordienti o, come fece
Giangiacomo Feltrinelli (un altro ricco che voleva convertire l'oro in piombo), per fare tradurre Il dottor Zivago, tanto di cappello. Diciamo che
diversamente dall'epoca di Feltrinelli è ora divenuto un esercizio vagamente
autolesionistico, ciò che Hegel avrebbe definito coscienza infelice, da
cui a volte scaturiscono progetti virtuosi difficilmente partoribili in una condizione
di stenti.
Il messaggio che ho ricevuto questa mattina su
Messanger da tale Corpo 11, piccolo editore di Vattelapesca, non ho
approfondito, mi ha però fatto tornare alla mia diffidenza iniziale. Lo
trascrivo per rendere tutto più chiaro. Certo, è un'induzione, non una
deduzione, e dunque libero ciascuno di trarre la morale che crede.
Ore 8.12, squittio dello smartphone e seguente
messaggio nella casella Messanger: "Salve, molto lieti di conoscerVi!
"Corpo 11" è una casa editrice indipendente dedita esclusivamente
alla pubblicazione delle opere di Manuel Omar Triscari, poeta, narratore e
saggista siciliano di stanza in Torino. L'unica casa editrice al mondo che
pubblica le opere di un solo autore! Il catalogo della casa editrice
"Corpo 11" e i collegamenti agli altri canali sono reperibili al
seguente link: https://linktr.ee/corpo11edizioni.
Per qualsiasi informazione su ordini e sconti non esitate a scriverci:
corpo11edizioni@gmail.com. Cordialità."
Mia risposta: "Peccato che Messanger non sia un
supermercato."
Corpo 11: "E chi lo dice?"
Io: "Non peggiori la situazione se non vuole
essere segnalato come spamming e vedersi bloccato il profilo."
Corpo 11: "Non credo sia possibile."
Io: "Ok, allora proviamo."
Corpo 11: "Se questo riesce a colmare la
frustrazione da micropene faccia."
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