martedì 2 giugno 2020

Squirting


I situazionisti l'avevano battezzato détournement, diversione, ma prima di loro ci era arrivato Marcel Duchamp: prendi un orinatoio, gli cambi funzione e contesto, ad esempio lo piazzi in un museo di arte contemporanea, e oplà ecco un'opera d'arte!
Mi chiedo dunque quale magnifica opera d'arte potrebbe diventare Facebook, il più grande pisciatoio di parole del pianeta. Un esempio? Leggo oggi il seguente post, appartiene a un mio contatto femminile:
"Devo scrivere un pezzo sullo squirting. È tanto che non ne scrivo e mi accorgo che mi sembra di ripetermi in una cosa noiosa, che tutti già dovrebbero conoscere e che le donne dovrebbero già aver provato. Per sé stesse dico, non per sentirsi migliori in termini di performance sessuale agli occhi del partner."
Onestamente mi lascia indifferente, diciamo che l’argomento non mi appassiona, ma nemmeno infastidisce. A ognuno la sua tazza di tè. Provo però a fare anch’io una diversione, e come Duchamp lo immagino trasferito alle pagine de la Repubblica, a firma mettiamo di Eugenio Scalfari. Con questa nuova provenienza rileggo da capo a voce alta, facendo le pause, la voce roca del grande giornalista romano:
Devo scrivere un pezzo sullo squirting. È tanto che non ne scrivo e mi accorgo che mi sembra di ripetermi in una cosa noiosa, che tutti già dovrebbero conoscere e che le donne dovrebbero già aver provato. Per sé stesse dico, non per sentirsi migliori in termini di performance sessuale agli occhi del partner.
E a voi adesso continuare nel gioco, abbiamo un universo intero, ettolitri ed ettolitri di tiepido piscio verbale a cui cambiare attribuzione.


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