venerdì 7 gennaio 2011

Ballerine


Davanti a Ballerine alla sbarra di Degas, mettiamo.
Il luogo è il British Museum,
la tecnica compositiva il disegno;
siamo nel 1873, non sappiano altro,
con le due ragazze, due ballerine
appena sbozzate e tutto intorno e fin dentro loro:
l’azzurro.
La struttura del quadro è semplice.
Le due ragazze stanno l’una in fronte all’altra;
quella di destra è di spalle, un poco più definita
e un poco più grande anche, per via della prospettiva;
entrambe hanno una gamba tesa sulla sbarra,
provano una figura di danza, sembra.
Questa cosa mi ha sempre affascinato: le figure
della danza classica – la prima, la seconda, la terza...
Ma di preciso, quante sono?
Mettiamo che non lo si sappia.
Che nessuno sappia quante figure
si debba imparare per avere accesso
finalmente a una danza vera.
Mettiamo questo azzurro, e queste figure.
Stanno alla sbarra e provano: due ballerine
alzano la gamba destra, poi la sinistra,
si flettono, si inarcano; ritte sulle punte
stanno per giorni e giorni, mesi, anni
come aspettando qualcosa...
Ma cosa?
E continuano così a muoversi piano,

nell’azzurro, sempre più piano;
 
qualcosa, sì, chi dice un segno
e ognuna fa uguali i movimenti dell’altra,
proprio gli stessi, attenzione,
ma piano, piano,
nell’azzurro,
forse un segno,
facendo e rifacendo le figure...

Poi qualcuno entra all’improvviso e dice a una
- a una soltanto, attenzione ancora: "Ecco
sono finite le tue figure, puoi iniziare a danzare."
E mettiamo che in quel preciso esatto momento
si delinei un profilo, prenda un suo proprio colore.

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