domenica 9 gennaio 2011

Apprendistato



Hanno un odore buono i tedeschi al lago –
e sono, pare, le creme da sole
al cocco con alto filtraggio, o peggio
taluni unguenti in uso ai contadini
bavaresi per le mammelle
delle mucche. Ma chiara
la carnagione tedesca dei tedeschi
al lago, ugualmente arrossa:
da principio le spalle
e poi via via a gonfiare palloncini
di siero, si sfoglia, ecco che casca
come casca l’abito nel camerino
e la commessa, da fuori, che chiede:
“Allora, come va?”

Ma non c’è davvero qualcosa
che non va, del nuovo abito è giusto il taglio
e anche il colore, buono il tessuto – eppure...
Qualcosa, sì, come un presentimento
da un tempo ulteriore che potrebbe
diventare presente con un niente,
con un gesto rapido e brusco
della mano che ti troverebbe
certo in mutande, curvo, abbattuto
mentre stai infilando i pantaloni
e lei, di nuovo, con identico tono
distratto e la tendina schiusa
e la più feroce tra le domande:
“Allora, eh, come va:
ha trovato ciò che cercava?”

I tedeschi al lago poi richiamano
bambini tedeschi dal lago
e loro corrono, corrono
fuori con una risata argentina
che non è esattamente una risata
ma, di quella, intendi, l’apprendistato.

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