sabato 14 settembre 2024

Il Grande Intimo

 
– Per definre l'interiorità usiamo il termine intimo. Lo stesso facciamo con le parti, appunto, intime, e gli indumenti che le ricoprono. Una curiosa coincidenza, forse un indizio... Non trovi?
 – Faccio fatica a seguirti.
– Magari si capisce meglio con il superlativo, assunto a sigla di un famoso brand del settore.
 – Ti riferisci a Intimissimi?
 – Bravo! Intimissimi che però è un aggettivo, e come tutti gli aggettivi rimanda a un sostantivo.
– Tipo "intimissimità". Suona da schifo.
– Forse si vuole dire che oltre l'intimità c'è qualcos'altro. Ma cosa?
– Potrebbe essere un nuovo gioco di parole, togli qualcosa e resta altro, o meglio: l'altro.
– Ecco. La prospettiva dell'altro, penetrata in me fino a cancellare la mia propria intimità.
– Un po' come il Grande Altro di cui parlava Lacan.
– Mi sa che siamo sulla strada giusta.
– Quella del Grande Intimo...
– Il Grande Intimo, bello, come ti è venuta?
– Boh, stavo pensando ai cameramen televisivi quando inquadrano il culo delle ragazze che giocano a pallavolo.
– E che c'entra?
– A me piace la pallavolo femminile, mica sto tutto il tempo a farmi domande filosofiche come te.
– Dai, andiamo avanti.
– Vai avanti, prego. Sei tu che hai messo in piedi tutta 'sta manfrina.
– Aspetta... forse ci siamo: l'intimità trasformata in iperbole, in imperativo – pensa a quanto accade sui social –, è la versione aggiornata dell'omologazione culturale.
– Intendi dire sotto il vestito niente?
– No. Sotto il vestito l'intimo, sotto l'intimo l'intimissimo, e sotto l'intimissimo infinite copie di me.
– A proposito, hai visto che da Intimissimi ci sono le promozioni autunnali: tre mutande al prezzo di due.
– E me lo dici solo adesso!

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