giovedì 13 agosto 2015

Emergenza profumi



Emergenza profumi. Lo leggo su una locandina affissa all’uscita di un’edicola, è disposta proprio in fronte all’unico semaforo nel piazzale della stazione. Rosso. Siamo Sondrio, io in automobile, il termometro segna 36 gradi e l’auto dietro mi sta suonando. Così preso non mi ero accorto che il semaforo era nel frattempo girato al verde. Emergenza profumi, boh. Raggiungo l'incrocio delle carceri ma un vago senso di imbarazzo mi stringe ancora lo stomaco. Impugnando il volante con la sola mando destra, mi porto al naso la parte superiore dell’avambraccio sinistro. E’ lì che ho spruzzato, non alla base del polso come d’abitudine e per ben due volte, così da poterlo annusare meglio, Cuir Pleine Fleur del grandissimo James Heeley. Un capolavoro! E sì che fino a due mesi fa non sapevo nulla di profumi. Poi un’amica, reduce da un corso a Grasse, mi ha regalato una decina di sample. Profumi a me, e che me ne faccio? Mai messo un profumo in vita mia. Roba da femmine, le ho riposto. Nella migliore delle ipotesi da femmine, o, peggio, ma questo non gliel'ho detto... Emergenza profumi, stava scritto proprio così. Al terzo campioncino ero ormai diventato dipendente, al decimo l’acquisto del libro di Luca Turin: Perfumes: The A-ZGuide. Solo pochi mesi di festa ed è già emergenza profumi - cosa diavolo è successo?! Sarà un effetto della svalutazione dello Yuan, penso, oppure della politica espansionista di Putin, l’estate troppo calda in Provenza... In ogni caso, qui tocca correre ai ripari! Stoccare le riserve di Eau Sauvage in cantina, ecco, tanto per cominciare, e poi ridurre e contingentare le aspersioni di Habit Rouge, acquistare tutti i flaconi rimasti di Knize e di Antaeus, il profumo amato dal Cavaliere, come ai tempi della guerra fredda quando si stipavano i bunker atomici di ogni bendidio, i salami come bandierine appese a memoria di un tempo remoto e lieto. Seguendo il tortuoso percorso dei sensi unici che fa da perfetto correlativo ai pensieri, sempre più agitati, ritorno al semaforo. Affianco. Metto le quattro frecce e scendo. Emergenza profughi sta scritto in Times New Roman grassettato sulla locandina. Non profumi, profughi. Ah. Torno in auto e metto in moto e riparto, dopo un'ultima sniffatina all'avambraccio.  

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