domenica 15 giugno 2025

Guerra 2.0

Di questa guerra schifosa mi pare che l'unico elemento di novità – novità altrettanto schifosa, beninteso – sia quella di colpire i vertici della fazione opposta per mezzo di droni. Uno strumento di morte fino a ora nelle sole possibilità di Israele, che ha già assassinato decine tra politici, fisici nucleari e alti graduati dell'esercito iraniano.

Ma immaginiamo uno scenario ipotetico in cui le guerre avvengano unicamente così: non alla base ma al culmine della piramide sociale; capi, insomma, che si prendono a cornate con altri capi, alla maniera di cervi nella stagione degli accoppiamenti. Il tutto senza vittime tra la popolazione civile, e nemmeno tra le truppe dei coscritti – che è poi sempre popolazione civile attorno ai vent'anni, a cui è stato ficcato un elmetto in testa e imposta una divisa.

Ovviamente non è ciò che sta avvenendo, e da qui la schifezza già più volte sottolineata, ma solo un minimo segno (vediamolo come il puntino bianco nella porzione nera del Tao) di ciò che potrebbe accadere nel futuro: il ribaltamento del concetto stesso di guerra, dove, al grido altrettanto imposto di Viva l’Italia!, i giovani fanti si lanciavano nel tentativo di conquistare una gibbosità del suolo. Le provviste alimentari, caricate sul dorso di muli dallo sguardo rassegnato, non bastavano per tutti, ma ci pensavano le mitragliatrici asburgiche a fare selezione, mentre Luigi Cadorna osserva la carneficina da lontano, ben riparato e al caldo. "Se qualcuno indietreggia: sparategli", ordinava ai sottoposti. 

E invece no, nella replica 2.0 della Prima guerra mondiale sarebbe proprio Cadorna l'obiettivo dei droni, sarebbe Cecco Beppe tradito dai baffoni a manubrio, BUM, colpito e affondato, sarebbe Vittorio Emanuele III a fare da parafulmine con la sua sciaboletta. In un certo senso, gli anarchici avevano già prefigurato il cambio di prospettiva. Ora, la tecnica, lo rende possibile. E non è necessariamente una cattiva notizia: che se la vedano tra di loro, lasciando i popoli a giocare a tresette senza il morto, a calcio balilla, o a fare l'amore, l'amore, con le infermiere. Già che per fare l'amore non è indispensabile essere prima feriti da una scheggia di granata, come il protagonista di Addio alle armi. Sì, che sia davvero un addio alle armi.