Anche Popper, come Di Consoli, pensava che una società democratica dovesse essere aperta al dissenso, integrandolo in forme visibili con cui ci si possa confrontare in forza dell’argomentazione. Ma qualora questa disposizione porti al formarsi di movimenti che ne pervertono la natura, teorizzando la revoca dei diritti e delle libertà personali e collettive, a sua volta, la società aperta auspicata dal filosofo, deve sapersi richiudere. Di più: blindare a propria tutela.
Può apparire a prima vista un paradosso, ma a ben vedere è un gesto di estrema coerenza: limito tutto ciò che ha nel limite la sua premessa ideologica, già che se non lo facessi finirei con l'essere a mia volta limitato – da una presunta superiorità razziale, religiosa, di genere ecc.; o semplicemente perché c'è chi si diverte a vedere gli effetti dell'olio di ricino. Per farlo mi avvalgo di tutte le possibilità che il potere democratico mi consegna, tra cui la chiusura forzata di un movimento politico di tal sorta.
Lo schema del ragionamento di Di Consoli va dunque ribaltato. Non è vero che l’emersione di un sentire antidemocratico attraverso lo status politico ci tutela da quelle idee, ma ne rende al contrario la realizzazione ancora più incombente. Parlando in linea puramente teorica e, spero, assurda, chi può infatti escludere che Forza Nuova possa diventare il partito di maggioranza in Italia? Il fascismo, la cui rappresentanza Di Consoli vorrebbe reintegrare, ebbe un ampio consenso popolare. E democraticamente cancellò infine la democrazia.
Se noi accettiamo la presenza di Forza Nuova come legittima e riconosciuta espressione di un pensiero altro, dobbiamo insieme accettare la remota eventualità di essere governati dai suoi capoccia, che dalla curva di qualche stadio (sempre che il Daspo non li escluda anche da lì) si trasferirebbero a Palazzo Chigi, con tanto di bandiere e trombette e spranghe. Ma quell’eventualità coinciderebbe con la fine della società aperta, che per questo, fintanto che è nelle condizioni di farlo, deve preventivamente escludere i suoi nemici, confinandoli oltre al limes in cui il pensiero può trovare pubblica rappresentanza. E cioè, tra gli altri, il fascismo, neo o vetero che sia.
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