lunedì 12 marzo 2012

Femminilità, un nuovo dubbio


La femme n'existe pas

Jacques Lacan

I maschi si riconoscono, in quanto maschi, solamente tra maschi: giocando a pallone, cospargendo col gessetto azzurro la punta convessa della stecca da bigliardo, assistendo in gruppo alla gang bang di un film porno, con una lattina di birra gelata e un hot dog che cola lacrime di senape sul polsino della felpa. Le categorie del maschile occidentale si risolvono in fondo in pochi e frusti stereotipi. Ma le femmine, viceversa, non si "femminilizzano” quando stanno tra loro, e sempre e ancora di fronte ai maschi. Viene così il sospetto che la femminilità sia una qualità maschile tra le altre, solo che ha bisogno, come la sfera della pelota, di essere scagliata contro il muro di una diversità apparente, per poter ritornare a sé con lo slancio vivo di un incontro. E dunque se i maschi sono maschi e, contemporaneamente, come il povero gatto della famiglia Schrödinger, che è sia vivo sia morto allo stesso tempo, almeno fino a quando uno sguardo esterno non si posi perentorio su di lui, a decretarne le sorti come il verso del pollice imperiale, se i maschi sono anche femmine potenziali, cosa diventano le femmine quando richiudono il portone di ingresso sulle labbra ancora protese di un maschio? Pura energia sorniona, probabilmente: una funzione d’onda in attesa di collassare nel nostro prossimo abbaglio…

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