domenica 27 luglio 2025

Waiting for the Miracle

Mi ricordo di un pappagallo a cui si doveva fare pronunciare la parola Portobello. Chi ci fosse riuscito avrebbe vinto un mucchio di soldi, c'era da scommetterci, lo assicurava un presentatore televisivo dall'aspetto un po' dimesso, ma che trasmetteva fiducia. Non si capisce perché ci misero tanto tempo per credergli, si trattava di una brutta storia – sul fatto che Portobello, così si chiamava il pappagallo, potesse dire il suo nome come un cristiano, sì; sul fatto che il presentatore non spacciasse cocaina, no... Mah.

Era infatti la prima eventualità a essere incredibile, da non credere proprio e cambiare canale sul nuovo televisore Grundig, finalmente a colori. Aspettarsi da un pappagallo e nemmeno di specie cinerina, la più loquace, che a comando articolasse un termine di quattro sillabe con la tremenda accoppiata di erre con ti, come mirto, carte, Bertè, nel senso di Loredana con le sue minigonne mozzafiato. Tutto ciò nel tempo di un minuto e sotto i riflettori di uno studio televisivo e, se ancora non bastasse, incalzati da uno sconosciuto: ma dai... qualsiasi ornitologo avrebbe potuto spiegare che si trattava di velleità.

Eppure, dopo cinque anni di tentativi miseramente falliti ci riuscì l'attrice Paola Borboni, era il 1 gennaio del 1982. Non ci avevo mai creduto fino in fondo nemmeno quando facevo il chierichetto – tutti quegli effetti speciali di Gesù, Lazzaro che si alza dalla tomba alla maniera del peggiore film splatter – ma con Portobello che a Portobello dice Portobello, non esistevano più dubbi: i miracoli esistono.

Da qui l'abitudine di guardare il cielo al risveglio, a cui sussurro Portobello. Finora non mi ha ancora risposto, ma sono convinto che, prima o poi, udirò una voce profonda, da anziano con all'attivo un po' troppe Nazionali senza filtro. La voce ci mette un po' a precisarsi, è il confuso balbettio del paziente che sta uscendo dall'anestesia; ma in seguito comincia ad articolare: Po... po... porbelo. Ho capito bene?! Questa volta lo scandisce chiaro e forte: Por-to-bel-lo, e poi ancora dopo una pausa, Portobello, Portobello, Portobello... a quel punto ci avrà preso gusto e sarà difficile fermarla, come avvenne con Paola Borboni. E io e la voce saremo una bellissima unica cosa.

(Dopo avere letto il testo, si consiglia l'ascolto di questa canzone.)

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