Se sei bravo a scuola, in Francia, scopi. In Italia invece
no. Forse basterebbe questa lapidaria affermazione per spiegare la progressiva
decadenza – storica, civile, morale e istituzionale – che ormai da decenni sta
attraversando il nostro Paese. Possiamo collocarne l'origine alla fonte battesimale degli anni ottanta, ma è nel boom economico che scorgiamo la premessa: sia materiale, sia culturale e perfino "totemica", come luogo di irradiazione di un immaginario diffuso. Per capire meglio ciò che ci sta accadendo proviamo però a fare un cambio di prospettiva, come la conversione dei gettoni alla macchinetta dell'autolavaggio.
Soldi dunque, monete, capitale. Il sociologo francese Pierre Burdieu, nei numerosi testi
pubblicati in vita, ha esteso il concetto anche a forme più astratte di capitalizzazione, integrando la teoria economica con le seguenti categorie: 1) capitale sociale; 2) capitale culturale; 3)
capitale simbolico.
Per iniziare a maneggiare la sua teoria, che è sempre mobile e aperta, mai dogmatica, bisogna quindi introdurre
anche le importanti nozioni di habitus e campo. Con il primo termine intenderemo gli schemi mentali che un determinato gruppo di persone tacitamente
condivide, condividendo empiricamente anche uno spazio sociale – lavorativo, ludico, politico
– che va appunto a formare la seconda polarità, quella di campo. Da ciò già si
intuisce come campo e habitus hanno funzione dialettica: il campo è condizione
dell’habitus ma da esso ne viene di continuo rideterminato, un po’ come avviene,
in linguistica, tra norme sintattico-grammaticali e prassi viva della
comunicazione.
Ma torniamo a bomba alla nostra affermazione iniziale, ribaltandola
però di segno e indagandola alla luce delle categorie sociologiche appena
abbozzate. E dunque, per dirla ora in forma vagamente eufemistica, perché in
Italia le persone che studiano non godono di alcun appeal erotico, mentre la semplificazione intellettuale sembra premiare gli appetiti più profondi? Pierre Burdieu
l’avrebbe
spiegato a questo modo.
Nel paese delle migliaia di ricette gastronomiche e nessuna rivoluzione, il capitale simbolico, che è quello che
principalmente determina il carisma personale, specie nei maschi, è solo in
minima parte condizionato dal capitale culturale (secondo Burdieu le varie
forme di capitale sono in certa misura convertibili), mentre nei cugini d’oltralpe
la corrispondenza è più diretta: tanto più sei colto, tanto più il tuo capitale
simbolico, o se preferite il tuo prestigio erotico, il tuo charme, ne risulta aumentato. E’ un fatto
di campo, aggiungerebbe il grande studioso. Quindi di habitus.
Diversamente, nell’habitus italicus il capitale simbolico è
maggiormente influenzato dal capitale propriamente detto (quello economico), o
da altre sottocategorie sociali quali la professione, l’abbigliamento, il
fisico, l'automobile scattante. Insomma, dall’estetica, con ciò intendendo tutti quegli elementi
estrinseci che collocano la persona entro una gerarchia sensibile e certa, da ciò facendone discendere il desiderabile status di maschio alpha.
Da cittadino italiano non posso però evitare di trarne le conseguenze. E cioè che una comunità umana dove gli studiosi sono considerati degli sfigati e i somari portati sugli scudi, anzi sotto le lenzuola, su scala globale conduce inevitabilmente a un ruolo gregario, a un paese senza futuro. Meglio, come ormai dovrebbe essere chiaro, a un paese senza presente.
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