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Soldi dunque, monete, capitale. Il sociologo francese Pierre Burdieu, nei numerosi testi
pubblicati in vita, ha esteso il concetto anche a forme più astratte di capitalizzazione, integrando la teoria economica con le seguenti categorie: 1) capitale sociale; 2) capitale culturale; 3)
capitale simbolico.
Per iniziare a maneggiare la sua teoria, che è sempre mobile e aperta, mai dogmatica, bisogna quindi introdurre
anche le importanti nozioni di habitus e campo. Con il primo termine intenderemo gli schemi mentali che un determinato gruppo di persone tacitamente
condivide, condividendo empiricamente anche uno spazio sociale – lavorativo, ludico, politico
– che va appunto a formare la seconda polarità, quella di campo. Da ciò già si
intuisce come campo e habitus hanno funzione dialettica: il campo è condizione
dell’habitus ma da esso ne viene di continuo rideterminato, un po’ come avviene,
in linguistica, tra norme sintattico-grammaticali e prassi viva della
comunicazione.

Nel paese delle migliaia di ricette gastronomiche e nessuna rivoluzione, il capitale simbolico, che è quello che
principalmente determina il carisma personale, specie nei maschi, è solo in
minima parte condizionato dal capitale culturale (secondo Burdieu le varie
forme di capitale sono in certa misura convertibili), mentre nei cugini d’oltralpe
la corrispondenza è più diretta: tanto più sei colto, tanto più il tuo capitale
simbolico, o se preferite il tuo prestigio erotico, il tuo charme, ne risulta aumentato. E’ un fatto
di campo, aggiungerebbe il grande studioso. Quindi di habitus.
Diversamente, nell’habitus italicus il capitale simbolico è
maggiormente influenzato dal capitale propriamente detto (quello economico), o
da altre sottocategorie sociali quali la professione, l’abbigliamento, il
fisico, l'automobile scattante. Insomma, dall’estetica, con ciò intendendo tutti quegli elementi
estrinseci che collocano la persona entro una gerarchia sensibile e certa, da ciò facendone discendere il desiderabile status di maschio alpha.
Da cittadino italiano non posso però evitare di trarne le conseguenze. E cioè che una comunità umana dove gli studiosi sono considerati degli sfigati e i somari portati sugli scudi, anzi sotto le lenzuola, su scala globale conduce inevitabilmente a un ruolo gregario, a un paese senza futuro. Meglio, come ormai dovrebbe essere chiaro, a un paese senza presente.
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