Ho ricevuto tramite WhatsApp, e a
mia volta rigirato ai conoscenti più intimi, il breve filmato in cui una Meloni
diciannovenne elogia Mussolini, lo fa durante un’intervista alla televisione
francese. Tre cose ho pensato in prima battuta:
1) oltre a inglese e spagnolo,
Giorgia Meloni parla molto bene anche in francese. Complimenti! 2) da ragazza
era davvero bellissima, e pure ora non scherza; 3) di insiemistica però non ne
capiva nulla, peccato. E forse anche dopo avere preso formalmente le distanze
dal fascismo nella teoria degli insiemi presenta qualche difficoltà.
Dati per acquisiti i primi due
punti, io mi concentrerei sul terzo. A cosa equivale infatti dire, come lei
dice, o meglio diceva, che "tutto quello che Mussolini ha fatto l’ha fatto
per l’Italia"?
A me appare evidente: c’è un
insieme minore costituito dalla soggettività – nella fattispecie Mussolini come
individuo incarnato, che per quanto presentasse un’ampia circonferenza toracica
era inferiore al perimetro geografico dello Stivale – e poi quello maggiore
costituito dal Paese da lui governato per quasi ventun'anni. Tra di essi ci
sono insiemi intermedi. Vi troviamo la famiglia, le corporazioni professionali,
i tifosi della Sampdoria, l’arma dei Carabinieri, gli amici della domenica che
eleggono il vincitore del premio Strega ecc.
Agire per l’interesse
collettivo è giustamente considerata una qualità, un segno di altruismo,
secondo un'ideale gerarchia virtuosa che procede dal grande al piccolo;
possiamo ipotizzare una premessa nel magistero di Socrate, che per non venire
meno alla lealtà verso la polis accetta di bere la cicuta. Su
questo immagino siano tutti d’accordo. Persone con una disposizione anche solo
intuitiva verso l'insiemistica, pure senza avere studiato riescono però a
capire che l’insieme dell’Italia non è l’insieme ultimo, l’insieme degli
insiemi direbbe Cantor.
Ci sono insiemi ancora più
grandi, collettività più estese, in cui l'Italia è inclusa. Quello dell’Europa,
ad esempio, o della Terra, di tutti gli abitanti umani e non umani della Terra,
gli animali. E poi ancora l’ambiente, il sistema solare, la Via Lattea,
l'Universo e il Multiverso, il noumeno kantiano e così via. Corrisponde magari
a verità – MAGARI – affermare che tutto quello che Mussolini ha
fatto l’ha fatto per l’Italia. Ma facendolo ha danneggiato insiemi dal diametro
superiore a quel minimo orticello, basta la foto del Pianeta da un satellite
per averne la percezione. Come la madre che, volendo precipitarsi per offrire
in orario la poppata al figliolo, investisse con l’auto un’intera scolaresca. I
conti non tornano, non è necessario essere laureati in matematica.
Un paragone immaginario che non
abbiamo difficoltà a convertire in storia. L’Europa, come abbiamo visto, è
infatti un insieme che comprende le nazioni che ne fanno parte. Dal suo
interno, Mussolini muove per “spezzare le reni alla Grecia”, invade l’Albania,
sono sempre sotto al suo comando gli aeroplani che bombardano Guernica e le
truppe italiane in Francia; vi faceva parte mio nonno, con cannoni di legno avrebbe
dovuto dissuadere gli americani dallo sbarcare a Nizza. Ma se allarghiamo
ulteriormente la prospettiva, c’è la funesta campagna russa, il sogno imperiale
tardivo della Libia, la guerra in Africa. Un disastro politico e morale a tutti
i livelli.
È dunque più importante
l’insieme minore dell’Italia, per cui Mussolini ha (magari) fatto tutto ciò che
ha fatto, o quello maggiore in cui ha procurato danni ogni volta che si è
sporto oltre il proprio cranio glabro? E come la mettiamo con l’altro insieme
in carne ossa, più ossa che carne a dirla tutta? Era composto, tra gli altri,
da zingari, omosessuali, dissidenti politici. Oltre a sei milioni di ebrei
gassati nei campi di sterminio, quale effetto anche delle leggi razziali da lui
firmate il 17 novembre 1938.
Si può ribattere che era la
Meloni del 1996, ora è cambiata, diversa, sempre bella ma più consapevole e
accorta. Ma allora sarebbe il caso che lo dichiarasse senza ambiguità. La sua
idea di nazionalismo in che cosa consiste esattamente? Lasciamo provvisoriamente
perdere il fascismo, solo persone in malafede possono contestarle l'intenzione
di replicarlo, è un rischio che non corriamo. Parliamo piuttosto del presente.
E del pericolo che nel presente ci siano altre parti scambiate per il tutto,
facendo da paraocchi a ciò che esorbita quel confine immaginario. Un cerchio che il bambino traccia attorno a sé sulla
battigia e poi dice mare non esisti.
È pronta, Meloni, ad ammettere,
anzi a urlare come nei comizi in cui abbiamo il privilegio di ammirare le
numerose lingue che padroneggia: Io sono Giorgia, sono una donna, sono
italiana, sono cristiana... ma soprattutto sono umana, e nulla di ciò
che umano mi è estraneo, come affermava Publio Terenzio (“homo sum, humani
nihil a me alienum puto”).
Oppure, per quanto lievemente
aggiornata, la sua idea dell’insiemistica non si discosta molto da quanto
dichiarava alla televisione francese, aveva solamente diciannove anni ma a
quell’età già si vota. E prima che votino anche sessanta milioni di italiani
sarebbe utile che chiarisse questo punto. L’insieme particolare dell’Italia,
certamente superiore ai confini angusti della soggettività o a quelli
lievemente più ampi – ma ugualmente vischiosi – del clan, la famiglia, cosa
nostra, continua per lei a rappresentare l’insieme ultimo e universale? Perché
in tal caso, più che a Palazzo Chigi, toccherebbe tornare alle scuole medie.
Nessun commento:
Posta un commento