domenica 4 agosto 2024

Rocky 2, la precisazione

 

Vorrei precisare con una sorta di Rocky 2, per restare in tema, quanto ho scritto in un precedente post sull'incontro tra Angela Carini e Imane Khelif.

Ironicamente suggerivo che Carini avrebbe dovuto darsi all'ippica, senza volere escludere la presenza di un problema in quel match. Semmai sottolineare il gesto antisportivo della pugile italiana, che ha rifiutato di stringere la mano tesa al suo indirizzo dalla vincitrice, e la sceneggiata anche peggiore che ne è seguita.

Le regole del Comitato Olimpico erano discutibili ma chiare, e Carini le ha accettate salendo sul ring, salvo poi cambiare atteggiamento nella querimoniosa discesa. Ed è unicamente questo che le viene contestato, non la resa, non la paura che è un sentimento pienamente umano.

Tocca però aggiungere che divari ormonali eccessivi possono riflettersi sulle forze in campo, in tutti gli sport le si cerca di equilibrare, nel pugilato ciò avviene attraverso le categorie di peso. Equilibrare non significa però equiparare, cosa impossibile: Foreman (l'ho già scritto) possedeva una quantità di ormoni maschili certamente superiore a Mohamed Ali, e anche Primo Carnera era portatore di una differenza biologica, diciamo così.

La perfetta simmetria delle condizioni iniziali è dunque un'utopia, somiglia al concetto matematico di asintoto, una linea retta a cui una funzione si avvicina senza toccarla mai. Se domani si deciderà di modificare, in senso più restrittivo, le norme olimpiche sulla delicata materia degli ormoni naturalmente prodotti dalle atlete, ne prenderemo atto senza i clamori che adesso ci dividono tra guelfi e ghibellini.

Potrebbe essere una decisione ragionevole, non ho le competenze per stabilirlo. Ma negando a Imane Khelif di combattere su un ring – che è quanto sa fare e le piace fare – non potremo mai negarle di essere una donna. Perché oltre a essere il suo sesso genitale, così, soprattutto, si sente.

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