Ecco, magari non facciamo con Elodie lo stesso errore che con Fedez e Ferragni. Lei libera di fare i calendari Pirelli, di mostrare il suo corpo che è certo gradevole (quindi lo apprezzeremo quando andremo dall’elettrauto per mettere in fase lo spinterogeno) e cantare canzoni ugualmente gradevoli – ho detto gradevoli, non belle. Ma in tutto ciò non c’è nulla di politico, è la sua vita e la pagano bene per ciò che fa. Semplicemente non le piace Giorgia Meloni, nemmeno a me piace, l'unica differenza è che io lo dico al Bar Piero mentre lei a giornali e tivù, che la stanno trasformando nella nuova icona della sinistra italiana. Non abbochiamo, per piacere, non partecipiamo all'ennesimo giochino estivo: facciamo due squadre, una con la maglia rossa e una con la maglia nera. Se vogliamo cercare la sinistra, questa sfuggente ipotesi geometrica, nel mondo dell’arte, affiniamo lo sguardo e indirizziamolo altrove. Ken Loach ha ottantotto anni ma non è ancora morto, per dire. Due anni in più per Gino Paoli, sempre stato anche lui di sinistra. Il quale, a tal proposito, da vero genovese, l’ha fatta breve: “Ieri avevamo Mina e la Vanoni. Oggi emergono le cantanti che mostrano il c**o.”
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