Gli scacchi sono lo sport più violento che esista. La frase è celebre e appartiene a Garri Kimovič Kasparov. Una bella metafora si pensò nel vederla riportata negli anni Ottanta, se non proprio una boutade. Un trafiletto piccolo piccolo sui giornali e tra le notifiche un po’ bizzarre dello smartphone, là dove in genere si parla del nuovo amore estivo di Federico Fashion Style, ci costringe però a ripensare al nostro giudizio. “La scacchista russa Amina Abarakova mette del mercurio sugli scacchi per avvelenare l’avversaria.” Così titola Repubblica, che integra all’occhiello: “L’episodio durante un torneo nel Daghestan. La contendente ha iniziato a sentirsi male durante la partita.”
L’articolo prosegue online. “Amina Abarakova si guarda
intorno mentre attraversa la sala semivuota, di lì a poco si terrà il quarto
girone del torneo regionale del Daghestan. Le telecamere di sorveglianza nella
Casa degli Scacchi di Makhachkala la riprendono mentre dà uno sguardo al
registro, si accosta alla sua postazione di gioco per lasciare uno shopper
sotto al tavolo…” Stop. Abbonati per continuare a leggere. 24 euro all’anno. Non
ci penso proprio!
Ma forse è meglio così: immaginare l’infanzia di
Amina, ci viene da chiamarla con il solo nome di battesimo per quella naturale
confidenza che suscitano i furfanti, le cocciute ore di studio sui libri dei
maestri, infine le partite, innumerevoli e tutte all’ultimo sangue.
Verosimilmente aveva talento, ha fatto strada, è riuscita ad accedere al
torneo regionale del Daghestan. Peccato che il sorteggio l’abbia portata a
dover incontrare un’avversaria particolarmente temuta. Ed ecco allora comparire
in lei l’idea, deve averla vissuta come qualsiasi altra mossa scacchistica, con
l’orgoglio di inaugurare una soluzione nuova, in futuro sulle trattazioni di
settore la chiameranno la variante Abarakova – il mercurio!
Qualcuno riesce a figurarsi un lanciatore di
giavellotto che metta del mercurio sull’attrezzo dell’avversario? Certo che no.
Kasparov questo gesto l’aveva invece saputo anticipare con ampia preveggenza.
Perché ha sperimentato sulle sue dita carnose, da massaggiatore turco più che
da genio della scacchiera, come gli scacchi siano DAVVERO lo sport più violento
che esista.
verissimo, non è un caso infatti che in ben due miei racconti ho immaginato di uccidere il mio amico, abituale avversario a scacchi!
RispondiEliminamassimolegnani
da ciò ne deduco che di norma vince lui... ;-)
Eliminaovvio :)
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