In un testo di Tullio De Mauro, ne ho purtroppo scordato i riferimenti, veniva suggerito che fossero le persone meno colte (lui le chiama "sub parlanti") a fare un maggior uso figurale della lingua, e ciò per via del fatto che non dispongono dell'esattezza denotativa dei linguaggi tecnici. Connotano così i loro discorsi attraverso metafore, metonimie, sineddochi e insomma tutto l'arsenale retorico con cui i letterati plasmano le storie, allo stesso modo di bambini che erigono castelli di sabbia in riva al mare. Alla fine ti dicono: è mio. E hanno ragione ma anche torto. Perché se le mani erano le loro, il mare con cui impastare la sabbia è di tutti.
Come il mare, la letteratura è un'esperienza che non si arresta agli angusti confini della pagina, dilaga nel parlare comune, monta in ondate di insulti e schiuma di bestemmie, scroscia tra i calici del Bar Piero, zampilla tra una sforbiciata e l'altra di Gino, il barbiere che ha ancora il cavalluccio per i più piccoli, e nei proverbi di anziane zie che ora hanno finalmente guadagnato lo status di nubili, se non di single — mai più zitelle.
Di certo si è guadagnato in correttezza politica, ma a questo modo si è forse perso qualcosa in espressività: il linguaggio si fa asettico, da protocollo anagrafico, oppure anglofono e pretenzioso, facendo dell'autonomia affettiva una virtù gelidamente referenziale, in sostituzione della malandrina ironia contenuta in un'antifrasi letteraria. Zitella deriva infatti da zitta, in siciliano ragazzina, dove il senso è qui chiaramente ribaltato.
Nel leggere De Mauro, ricordo di aver pensato: oh cazzo, ma allora sono un sub parlante, non riesco a esprimere un concetto se non menando il can per l'aia (metafora). Ma poi mi resi conto di essere in buona compagnia. Muhammad Ali, ad esempio, che da studente aveva livelli di rendimento scolastici molto al di sotto della media, prima dell'incontro del 1974 in cui sconfisse George Foreman a Kinshasa, improvvisò con i giornalisti un discorso di cui riporto uno stralcio. Io lo considero a tutti gli effetti letteratura, letteratura selvatica sfuggita allo zoo editoriale in cui si vorrebbe contenerla, e anche di buon livello:
"Ho lottato con un alligatore, ho lottato con una balena, ho ammanettato il lampo, ho messo il tuono in prigione! Solo la settimana scorsa ho ucciso una roccia, ferito una pietra, ospedalizzato un mattone! Sono così cattivo che faccio ammalare la medicina! Sono veloce! La scorsa notte ho spento la luce nella mia camera da letto, ho colpito l’interruttore e sono stato a letto prima che la stanza fosse buia..."
Muhammad Ali
Pure io sto a letto prima che faccia buio quando schiaccio l'interruttore dell'abat-jour.. ;)
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