martedì 12 luglio 2022

My mother & Joan, part 2


Mia madre possiede come giusto delle amiche, buona parte di quelle storiche sono morte e così ne ha fatte di nuove, più vicine a dove abita.

Alcune delle nuove amiche di mia madre hanno la badante e altre si sorreggono l’una con l’altra nel camminare – è quanto fa mia madre con Giovanna, che soffre di fascite –, piccoli passi con cui raggiungono tutte le mattine i tavolini esterni del bar Meeting, dove via Parolo incrocia via Mazzini.

Oltre che dai capelli bianchi tendenti all’azzurro, si possono riconoscere le amiche di mia madre dal fatto che indossano tutte la mascherina FFP2; i familiari le hanno istruite al riguardo, severissimo è anche il mio monito: “Mi raccomando, il virus circola ancora!”

Ma quando parlano, un po’ perché sono sorde un po’ perché a essere sorde sono le altre, se l’abbassano come il bavaglino di un bebè, prima di strillarsi in faccia importanti confidenze, tra cui quella che è consentito intascare le bustine di zucchero (sì, anche quello dietetico) con cui viene servito il caffè, ma fino a un massimo di tre a testa. Parola di Giovanna, che proviene dal settore.

Dopo un po’ si dimenticano di risollevare la mascherina ed è bello osservale finalmente in viso, l'appendice di cotone pende inerme come la traccia di un'epoca remota e ormai scordata  le piramidi, il Colosseo  confondendosi con qualche collana a grani grossi; riflette i raggi del sole che filtrano dalle foglie a forma di cuore dei pioppi, l’ombrellone con la scritta Sammontana fa da cupola a quel minimo capannello.

Ma bisogna osservarle di nascosto, attenzione! Bisogna occultarsi e poi guardare con la stessa discrezione riservata alle marmotte nel Parco Nazionale dello Stelvio: se ti scorgono fanno un lungo fischio per allertarsi a vicenda, e poi scappano via. 

Lo stesso devono fare le amiche di mia madre con segnali convenuti (l’udito latita, ma la vista è ancora buonissima) non appena intravedono un figlio, un nipote o qualsiasi altro parente; quindi si rimettono immediatamente la mascherina. Aggiungendo al gesto un’espressione che parte dalle mani e raggiunge il volto, come a dire: “L’ho tolta solo un secondo, ma giuro che prima ce l’avevo…”

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