venerdì 29 luglio 2022

Amore e guerra, o sulla negazione della merda

Sì, è kitsch. La bellissima fotografia realizzata da Annie Leibovitz ai coniugi Zelensky e pubblicata sulla copertina di Vogue, è fuori dubbio kitsch.

Ne L'insostenibile leggerezza dell'essere Milan Kundera offre un'icastica rappresentazione del kitsch come "negazione della merda", a fare da correlativo oggettivo a ciò che lo scrittore ceco definisce, molto più astrattamente, "adesione categorica all'essere in quanto tale".

La merda dunque, e cioè il lato negativo, vischioso o con maggior precisione lo scarto maleodorante rispetto all'immagine del mondo che il desiderio realizza, può essere elusa in diversi modi. Le macrocategorie più tipiche sono due: la dimensione pubblica e quella privata, sentimentale.

In uno scenario in cui la merda invade l'Ucraina attraverso una guerra che si prevede ancora lunga e drammatica, Olena e Volodymyr Zelensky restituiscono un quadretto intimo e affettuoso, che ad alcuni è apparso fuori luogo. Sensazione che certo deriva dallo stridore – un ossimoro – con il contesto entro cui quell'idillio è calato.

Io però difendo e apprezzo l'immagine controversa: la confusione tra arti e mani che non sai più a chi appartengano, la dolente intensità degli sguardi, i toni plumbei perforati dalla luce irradiata dai volti; sembrano fondersi nell'equilibrio geometrico di una Madonna con bambino, quella di Giovanni Battista Salvi ad esempio. Tutto ciò mi piace come mi piacciono le canzoni di Umberto Tozzi, in cui le donne stirano e poi si fanno un po' prendere in giro e poi fanno l'amore, senza alcuna soluzione di continuità ma soprattutto traccia di merda.

Mi ricordano, le canzoni di Umberto Tozzi quanto i coniugi Zelensky, l'idea di illusione così come ci viene tramandata da Leopardi: qualcosa di cui riconosciamo la fallacia ma allo stesso tempo non possiamo farne a meno, già che proprio in quella fallacia si cela la possibilità di un provvisorio riscatto. Il qui e ora, proiettandosi in un altrove cronologicamente indeterminato, trova così immaginario sollievo, e naufragar ci è dolce in questo mare.

Ma esiste anche l'altro volto del kitsch, che nello stesso romanzo Kundera chiama kitsch politico. Si configura sempre come adesione categorica all'essere in quanto tale, rifiuto della merda, ma l'orizzonte di negazione proviene dagli abiti paludati su cui risplendono le mostrine dei generali, i carri armati sfilano per il corso principale mentre bambini biondi sventolano bandierine colorate, discorsi altisonanti dei leader politici in cui al pronome io viene sempre sostituito il noi, noi faremo, noi saremo, noi non ci lasceremo intimidire... E poi i rappresentanti di un qualche dio in terra che obliterano quei discorsi con sigillo divino, ne fanno profezia.

Credo che tutti abbiano riconosciuto l'immagine di Vladimir Putin. Una fotografia mai scattata da Annie Leibovitz, ma ugualmente emerge e si affianca con forza alla prima, costituendo non tanto due facce delle medesima medaglia ma un dilemma con cui confrontarci per arrivare a una scelta. Essere occidentali, aderire a questa idea di mondo corrisponde infatti ad accogliere un'ipoteca giuridica e morale – i diritti delle minoranze, la democrazia, le libertà individuali tra cui quella fondamentale di espressione – quanto estetica. L'estetica del kitsch, appunto.

Ma è il kitsch sentimentale, domestico, zuccheroso, a fare dell'Occidente ciò che è. Lo vediamo dispiegarsi cordiale nei film di Frank Capra, camminare oscillando di lato in quelli di Chaplin, oppure farsi pedagogia con i cartoon di Disney. Con esiti qualitativi non paragonabili, è sufficiente accendere il televisore durante il Festival di Sanremo. Una bugia confortevole, almeno fino a quando non ti vengono dei dubbi sulla sua natura... Si oppone al kitsch scultoreo e muscolare di Putin che cavalca a torso nudo, sconfigge l'avversario in un incontro (truccato) di judo, invade territori stranieri con la benedizione del patriarca Kirill.

Io ho fatto la mia scelta e sono per la dolce menzogna di Volodymyr Zelensky che avvolge affettuosamente la moglie, e come per magia la merda sembra scomparire dall'Ucraina. Ricorda una pubblicità degli anni Ottanta, in cui la signora Luisa arriva presto, finisce presto e di solito non pulisce il water.

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