Gira sul web questa immagine, il cui sotto testo, a volte accompagnato dal sarcasmo di chi la sa più lunga degli altri, è che il mutamento climatico è una grandissima fregatura, o per la precisione si tratta di propaganda.
Come funziona la propaganda?
Semplice. Si prende una mappa climatica che riporta
dei valori tutto sommato a norma per il periodo – e infatti a una comparazione
con la mappa climatica dello stesso giorno, 29 luglio del 2018, le temperature non si
discostano di troppo – e la si tinge di un drammatico rosso, a evocare le
torride fiamme dell’inferno. Il gioco è fatto.
Di prima battuta mi viene da riconoscere che la
critica possiede un qualche fondamento, e che l’iperbole, anche visiva, ha
guadagnato spazio negli ultimi anni. L'utilizzo è certamente strumentale, ma
più che di complotto politico (anche basta con i complotti politici...), nella
maggior parte dei casi si tratta di attrarre un’attenzione sempre più distratta
dal proliferare degli stimoli – ne fanno fede le notifiche sullo smartphone,
dove tutto viene ingigantito: tempesta solare, cosa ne sarà di noi?!
Io però aggiungerei un paio di integrazioni, a
ricollocare in forma dubitativa il lato da cui pende la propaganda:
1) vorrei vedere una comparazione non con il 2018, ma
con il 1978, meglio ancora con la media delle temperature della seconda metà del secolo scorso, sempre al 29 luglio. Un singolo anno situato a così breve distanza è irrilevante ai fini statistici, quando di cambio climatico si inizia a parlare da dopo il 2003;
2) mi rendo conto che nemmeno i miei ricordi giovanili
fanno statistica, ma quando ero bambino, metà degli anni Settanta o giù di lì,
per dire che la macchina di papà correva si diceva cento all'ora ("andavo
a cento all'ora a trovar la bimba mia"), e gli altri bambini rispondevano
cacchio, cento all’ora! Mentre per dire che una giornata era stata calda si
diceva trenta gradi, e di nuovo giungeva l'eco del coro delle voci bianche:
Cacchio, trenta gradi!
Oggi un'auto deve andare minimo a duecento allora, e
se dici che nel luogo dove sei ci sono trenta gradi ti rispondono cacchio,
trenta gradi, e dove stai, in Svezia?
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