lunedì 1 maggio 2023

Il fumo e l'arrosto, o sulle relazioni virtuali

In fondo ha ragione chi sostiene che quelle sul web sono a tutti gli effetti delle relazioni. O forse no... Vediamo.

Fino a poco tempo fa si poteva obiettare che mancasse la presenza dell’altro, con cui stabilire un contatto già a partire dallo sguardo. Ma con le fotografie e soprattutto i videofilmati, Zoom, WhatsApp ecc., abbiamo tutta una serie di sostituti della presenza. Parole e immagini, logosfera e iconosfera. Il mondo nuovo è compiuto.

Ma a ben vedere non è poi così nuovo: non era forse questa la condizione degli dèi dell’Olimpo?

Un pantheon meridiano e immaginale a cui non avrebbe dovuto mancare nulla – possedevano addirittura l’immortalità, a cui il movimento del transumanesimo, nella Silicon Valley, sta provvedendo. È questione di poco, ci dicono.

Eppure qui il condizionale è d’obbligo, perché quelle divinità capricciose molto invidiavano agli umani. L’odore, prima di tutto è una faccenda di naso. Ingozzatevi pure con i vostri cibi grossolani 
– che schifo! – sussurravano da un cielo muto, nel quale veniva utilizzato il volo di uno stormo di uccelli come unico alfabeto. Tanto noi abbiamo l’ambrosia. Ma dell’arrosto dateci il profumo, che etimologicamente deriva da fumo, il fumo pro qualcuno. E chi se non gli dèi, a cui facevano difetto proprio gli odori?


Era dunque questa la materia di scambio per accordare i loro benefici. Non veniva sacrificato l’agnello, ma l’odore dell’agnello. E forse avevano narici protese anche a odori più grevi: quello delle ascelle dopo una giornata nei campi, il sentore dei piedi del maratoneta, l’urina a seguito di pietanze a base di asparagi. Quindi la merda, una bella merda, sì, che con tutto lo sforzo non riusciva a partorire nemmeno il culo di Zeus.

Non dubito che prima o poi il web riesca a ricreare l’odore degli escrementi, ma fino a quel giorno alle relazioni virtuali manca un pezzo – la “parte maledetta”, come la chiamava Bataille. Ad esempio la saliva che cola dopo un bacio, lo sperma con cui gli attori porno inondano il viso della controparte femminile, le punture delle zanzare, quelle anche no, ma un mondo senza zanzare è un mondo solo fintamente redento. E in ogni caso relazione e redenzione sono termini antitetici: ci si sporge verso l'altro perché il medesimo non basta, l'imperfezione regna sovrana.

Ma una relazione non è neppure uno slancio verso il primo che passa, e piuttosto l
’esito di una scelta, di un accordo: ti lascio entrare nel mio perimetro, ospito lo straniero tra le mura della città. Una selezione, ecco, come all'ingresso del privè del Billionaire, che può sempre nascondere delle insidie; ne sanno qualcosa i troiani, quando videro sgusciare gli opliti dal ventre dell’immenso cavallo di legno. Perciò la scelta è tra entrare o non entrare in rapporto con ciò che potrebbe essere, non con ciò che è. O in alternativa blindarsi dentro a un social network.


La sensazione più rappresentativa dello stare al mondo – a un tempo transizione e transazione, non una teca intangibile dove esibiamo i nostri gioielli, una Wunderkammer – diviene così il gravare sudaticcio della mano del maniaco sul culo, mentre la ragazza si regge agli anelli del tram. Non mi viene in mente nulla di più disgustoso ma, allo stesso temo, “vitale”.

Sul disgusto è inutile aggiungere, quanto alla vitalità si apre un ventaglio di scenari possibili: urlare, girarsi e dargli una ginocchiata nei coglioni, scappare via. Anche e tristemente non dire nulla, ma sapendo che non tutto finirà su quel tram. C’è infatti un poi, una fermata successiva, dove la ragazza scenderà e piangerà e, infine, si asciugherà le lacrime con la manica della felpa.

“Tutto bene?” le chiede un’anziana che sta tornando dai giardinetti con un cockerino al guinzaglio.

“Sì sì… Grazie signora.” E in quel benevolo scambio di sguardi (eccola la relazione!) il respiro si regolarizza, il cuore smette di rullare dentro al petto. Un primo passo, poi un altro e un altro ancora verso casa. La chiamano ripresa.

Riprenderà anche la consueta puzza dai bagni negli autogrill, oli mille volte rifritti nei take away cinesi, sbuffi scuri da motori diesel di autocarri in sosta; ma pure di iris fiorentino. Sta all’interno di un buon profumo, è il suo preferito: iris, rosa bulgara, mughetto o, come dicono gli anglosassoni, lily of the valley, e una base di fava tonka e vetiver.

La ragazza ne spruzzerà una nuvoletta al centro della stanza e poi l'attraverserà con tutto il corpo, prima di andare all’appuntamento con un giovanotto altrettanto profumato. Sono trascorsi alcuni giorni dall'episodio sul tram. Lui non le poserà la mano sul culo, e chissà che questa volta lei non lo avrebbe gradito...

Ma alla fine, quel che davvero distingue la vita dal web è che, là fuori, non si può selezionare l’accadere, bannando ciò che si discosta dalle attese e mettendo un like al conforme; la dogana si alza unicamente agli amici degli amici, stiamo tra noi che stiamo benone. Il resto è solo mitologia senza la metis di Atena e le gambe lunghe di Afrodite.

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