venerdì 12 maggio 2023

Il punto zero dello stalking

Lo stalking del pollice alzato mi mancava. Un pollice alzato oggi, anzi due, tre, dieci, attraverso Messanger, e domani uguale. Complimenti a Mario – ovviamente già bannato – per l'inventiva. Più e meglio di altri ha compreso che l'essenza dello stalking è astratta, i contenuti privi di rilievo: basta la ripetizione insignificante o, meglio, de-significata di un qualsiasi segno degradato a percepibile, così da insinuare la propria presenza dentro l'orizzonte dell'altro. Senza offenderlo. Senza cercare di sedurlo. Senza dirgli nulla. Sintassi percussiva che basta e avanza, non c'è bisogno di aggiungere la zavorra della semantica. Il risultato è una semplice e innocua tautologia, a ricordare che Mario esiste, ronza là fuori insieme alle mosche, e come le mosche mille volte può scontrarsi contro un vetro, mai realizzando che la finestra è chiusa. Il grado zero dello stalking coincide dunque con l'interferenza, allo stesso modo dei bambini che piangono per reclamare una generica attenzione. È solo crescendo che lo stalker inizia a mandare foto dei genitali, insulti ringhianti, frasi volgari a vanvera. Ma al fondo è rimasto un bambino che piange, e come in un film horror io lo soffoco dentro la culla. Addio Mario, sono certo che nella tua prossima vita social troverai qualcun altro a cui inviare i tuoi pollicioni eretti. E che magari ti ripaghi con quel disprezzo che per te è carezza. 

Nessun commento:

Posta un commento