Il privato è politico è ormai slogan fuori moda,
sostituito da scorciatoie linguistiche in maggiore sintonia col presente. Ad
esempio aiutiamoli a casa loro, o uno uguale a uno.
Eppure la rivelazione, ma forse sarebbe più giusto
chiamarla pettegolezzo (di certo non accusa, già che peccato non è), insomma
l'insinuazione sulla presunta omosessualità di Francesco Borgonovo introdotta
da Massimiliano Parente, con cui ha condiviso serate, confidenze e testate giornalistiche, merita qualche considerazione.
Se fosse vero si configurerebbe nella
forma di un ossimoro: le parole espresse da Borgonovo in ogni dove e su
qualsiasi argomento, nella loro varietà sono accomunate da una visione
tradizionale del mondo; e tradizionalmente gli uomini fanno coppia con le
donne, è una cifra statistica, non assoluta, ricavata dall'esperienza, in tutte le epoche e culture.
Prima che come dato di natura – la natura è tutto
e il suo contrario, le bizzarrie abbondano e la regola si modifica – l'eterosessualità è dunque un prevalente storico. Taluni ne ricavano un indirizzo per
il futuro, in ciò commettendo l'ingenuità di confondere storia e politica: la
prima è scienza del realizzato, la seconda del realizzabile.
La componente politica a cui Borgonovo si rivolge intende il futuro sul modello del passato, e la sessualità rientra nel pacchetto completo: Dio, Patria e Famiglia – famiglia composta da un uomo e una donna, a scanso equivoci. E figli legittimi scaturiti dall'unione non sempre dilettevole tra i due (che diventano tre o quattro o cinque nell'Islam).
Ma se al Borgonovo soggetto politico questo
modello piace, o perlomeno lo conferma pubblicamente, ratifica quale premessa discorsiva, al Borgonovo soggetto
incarnato forse piace un po' meno, sempre se avesse ragione Parente.
Sarebbe in ogni caso lecito, anche nell'ipotesi
pruriginosa, fare una cosa e dirne un'altra; l'incoerenza non rappresenta un
reato, e libera è la scelta di corpi che hanno sempre ragione, qualsiasi cosa
chiedano ad altri corpi che sono disposti a concederglielo.
L'incoerenza però sottrae autorevolezza al discorso, lo abbassa da sapere a opinione fino a culminare nel pettegolezzo, come quello
che ora lo coinvolge.
Per recuperare autorevolezza nei confronti della
sua numerosa claque, Borgonovo dovrebbe alzarsi in piedi, mettersi le
mani sui fianchi e poi affermare con voce stentorea e mascella protesa:
"Eh no boia d'un can, a mi me pias la fi*a, mica el batacchio!"
A noi però fa più simpatia in questa ambigua
condizione, simpatia che nel suo caso è parola grossa: forse gay... forse maschio alfa e sciupafemmine... Chissà. E
in ogni caso chi se ne frega di cosa Borgonovo fa in privato. Ma in pubblico chi di
pettegolezzo ferisce, di pettegolezzo perisce.
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