Sono affascinato, lo confesso, dalle persone che su internet cercano una relazione, aggiungendo occasionale. Una relazione occasionale, sta scritto proprio così in calce al loro profilo.
Più spesso sono uomini, è forse inutile aggiungerlo. Ma ci sono anche molte donne. In entrambi invidio l'estremo e disincantato realismo, è un talento che dicono si impari con l'età. A cinquantasette anni a me continua a mancare.
Una relazione, qualsiasi relazione, è sempre occasionale, almeno questo l'ho compreso. Perfino se si tratti di matrimonio – occasione che nella circostanza si suppone lunga, ma comunque si conclude alla morte di uno dei coniugi o nell'incontro col fatidico altro, che come nella canzone di Aznavour ci trasforma in un io tra di voi.
Anteporre l'occasionalità del rapporto alla penosa condizione del rientro all'ordine monastico dell'io (da solo vedrò la pena che cresce in me, continua la canzone) è rara proprietà dei saggi, oppure dei cinici che dispongono un'uscita di sicurezza preventiva. Facce della medesima medaglia, probabilmente. La medaglia al sommo valore della rinuncia.
Rinunciando all'illusione del per sempre non è però vero che si gode dell'attimo, ma si degrada l'eternità, proiettata ingenuamente dal sentimento, a una frazione di tempo, a cui ne seguirà un altro, e un altro ancora da colmare con nuove relazioni occasionali. Che è appunto la normalità della vita, il suo senso che viene chiamato buon senso.
Ma c'è un altro senso, gli antichi lo chiamavano tragedia, in cui viene coniugato un dover essere a un non poter essere, condannandosi già da principio al fallimento. Un paradosso, insomma.
Ed è proprio grazie a un paradosso che abbiamo la descrizione più incisiva dell'illusione amorosa, si tratta di un'altra canzone scritta in omaggio al più fugace dei rapporti: quello con una prostituta.
Ma neppure in quel momento Gino Paoli, autore di musica e testo, avverte l'occasionale, non c'è ombra di transitorio in un piacere a misura di parchimetro, in cui denaro e minuti scorrono con uguale velocità. È invece come se non ci fosse niente più niente al mondo, solo alberi infiniti e soffitto viola che non esiste più. Quando tu sei qui con me, naturalmente.
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